
Dopo i successi di Spazio7 seguiti da un periodo di pausa lo chef cresciuto alla Crocetta di Torino inaugura il suo ristorante in una location di grande prestigio.
Il gran giorno è finalmente arrivato. Sabato 11 marzo Alessandro Mecca aprirà il suo ristorante al Castello di Grinzane Cavour. L’attesa è enorme.
Va a sostituire un altro chef di fama come Marc Lanteri, che prossimamente si sposterà appena al di là del Tanaro.
La notizia del suo approdo al Castello era giunta a fine ottobre, un paio di settimane prima dell’assegnazione ufficiale delle stelle Michelin. Ne avevo parlato qui.

Poi si è dovuto aspettare un po’. Una cucina di livello non si improvvisa, le brigate vanno preparate e testate, i locali spesso necessitano di piccoli ritocchi.
Così si è arrivati a marzo ed ora è tutto pronto, a misura sua.
Certamente Alessandro vorrà ripartire dalle tante certezze che la sua solida inventiva gli garantisce. Ma altrettanto sicuramente pare aver ragionato sui ritmi spesso soffocanti che uno chef di successo si trova a dover sopportare. Ritmi che vuole rimodulare, assicurando a se stesso e al suo staff quel benessere che a Torino stava perdendo.
La storia di Alessandro Mecca è quella di un bambino cresciuto tra i fornelli, oggi chef nel pieno della carriera.

Figlio di ristoratori torinesi Alessandro annusa cucina nel quartiere Crocetta praticamente dalla nascita.
Dopo un periodo di formazione all’estero apre il suo primo ristorante a Villanova d’Asti. Si chiama L’estate di San Martino ed è avviato da circa tre anni quando arriva la chiamata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Nel 2015 ha trentun’anni quando arriva a Spazio7, ma cucina già da quando ne aveva soltanto quindici. Nel 2018 conquista la stella Michelin, assolutamente meritata.
La sorpresa arriva a fine gennaio 2022: lascia il locale della Fondazione e si prende un periodo di riposo. Ora riparte.

Alessandro Mecca al Castello di Grinzane Cavour sarà un ristorante da una quarantina di coperti al massimo, con due giorni di chiusura in apertura di settimana.
Pochi tavoli, da curare con attenzione. Apertura dalla cena del mercoledì alla domenica, una specie di settimana corta. Una scelta volta a riservare tempo e spazio per qualcosa d’altro oltre al lavoro.

Tutti si attendono che Mecca riporti la tanto agognata stella al Castello. Ma quel riconoscimento, se arriverà, vuole ottenerlo con la serenità di chi sa di aver fatto le cose per bene, rispettando il corretto equilibrio tra lavoro e tempo libero.
Una cucina stellata non si improvvisa. Richiede ricerca, sperimentazione, applicazione, assaggi continui in condivisione. Soprattutto un lavoro di insieme che non ha tempi certi e che coinvolge tutto il personale.
Avere una vita al di fuori del lavoro, solo così si può essere concentrati e motivati per dare il massimo. Una filosofia di vita e di professione che vale per sé, ma anche per l’intero staff che lo circonda.
Il menu strizzerà l’occhio alla cucina di Langa, con un approccio particolare alle verdure e senza dimenticare la sua passione per il pesce.

Non so se a Grinzane ritroverò quel finto pomodorino abbinato al burro di alpeggio di alta montagna. Un esempio di cucina semplice e geniale nello stesso tempo.

Sono curioso di vedere se alcune delle sue intuizioni saranno riproposte, oppure rielaborate, o accantonate.
In particolare penso al Bel Paese.

Con quel formaggio della Galbani è cresciuta un’intera generazione, Mecca ci ha fatto un dolce sublime.

Di quelli che piace riassaggiare.
Fabrizio Bellone
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