Alla scoperta del Ruchè e della vera identità del Monferrato


A pochi giorni di distanza dalla bella festa del Ruchè di Castagnole Monferrato, l’Associazione Produttori ha rilanciato con una bella masterclass alla cieca e un successivo banco di assaggio alla presenza delle aziende.

Si è appena conclusa la Festa 2023 alla Tenuta La Mercantile di Castagnole Monferrato, ma è già ora di tornare ad assaggiare il Ruchè.

L’occasione arriva grazie al Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che ha voluto celebrare il territorio con la prima edizione di Monferrato Wine Festival – Monferrato Identity.

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L’evento, svolto nelle belle sale del Castello medievale di Costigliole d’Asti, si è chiuso domenica scorsa con l’idea di diventare un appuntamento annuale.

Questo il pensiero di Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio: «Rappresentiamo un territorio ricco di risorse che devono essere valorizzate: cultura, tradizioni contadine centenarie, una cucina ricca di prodotti tipici, una realtà enologica sfaccettata ma unita creano l’identità del Monferrato. Il nostro impegno, la nostra responsabilità è dare voce a tutto questo».

Nel ricco programma allestito per la stampa specializzata il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG ha avuto un posto di grande rilievo. Una intera mattina dedicata ad una masterclass alla cieca condotta da Gianni Fabrizio e un successivo banco di assaggio alla presenza delle aziende. Conclusione a tavola per l’abbinamento con i piatti dell’Antico Ricetto di Portacomaro.

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Il Ruchè nasce come una piccola DOC nel 1987, acquisendo la DOCG dal 2010. La denominazione raccoglie i vini prodotti in soli sette comuni astigiani: Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi.

Prodotto sui terreni sabbiosi dell’astigiano con uve Ruchè, può contenere un massimo del 10% di Barbera o Brachetto. È prevista la menzione Riserva quando l’affinamento raggiunge i due anni, dei quali almeno uno in legno.

È una denominazione che segna una crescita costante dal 2011 ad oggi. Si è passati dai 95 ettari vitati agli attuali 204, con una produzione di un milione e centomila bottiglie contro le 450 mila di partenza.

L’incremento dei vigneti e delle vendite procede di pari passo, mediamente del 10% all’anno. Il valore dei terreni cresce, l’export non si limita agli USA, ma arriva nel continente asiatico con percentuali significative.

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Che cosa piace di questo vino che Don Giacomo Cauda iniziò a vinificare negli anni ’60?

Certamente il prodotto di oggi è diverso da quello degli esordi, che risultava più dolce, maturo e morbido. Colpa della grande quantità di zucchero presente nelle uve, che non si riusciva a far fermentare completamente.

La tecnologia odierna consente di estrarre un vino secco, che rispetta le caratteristiche aromatiche del vitigno, il tannino pronunciato, una florealità fatta di rosa e di viola, una trama speziata dove il pepe è spesso protagonista positivo.

Se c’è da trovare un limite può essere la scarsa acidità complessiva, ma l’equilibrio del vino è garantito dall’alcolicità e dal suo rapporto con i tannini.

L’Associazione Produttori Ruchè di Castagnole Monferrato raccoglie una quarantina di anime, tra viticoltori ed imbottigliatori. Tre grandi aziende da sole arrivano a superare il 50% della produzione complessiva. Un dato che talvolta influenza i giudizi degli operatori, che non sempre arrivano a degustare le etichette dei produttori più piccoli.

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Franco Cavallero, foto Gheusis

«Siamo un piccolo mondo molto dinamico e il Ruchè è una delle risorse principali della zona – ci dice Franco Cavallero, Presidente dell’Associazione Produttori Ruchè di Castagnole Monferrato -. Sono tanti i giovani che hanno cominciato a coltivare queste uve, che offrono un vino versatile, che può essere consumato giovane ma è capace di invecchiare bene soprattutto nella tipologia Riserva».

LA MASTERCLASS

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Una degustazione alla cieca di otto campioni nella quiete e nella bellezza della Casa dell’Artista di Portacomaro.

I vini arrivano dai comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Scurzolengo.

Due etichette del 2022, cinque del 2021, una tipologia Riserva 2020.

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Il Ruchè del comune di Castagnole Monferrato

Sono tre gli esemplari in arrivo da questo comune.

Il primo 2021 è intenso e fine, aromatico e fruttato. Presenta ottimo equilibrio di bocca, dove è denso e morbido e torna un frutto pulito.

Secondo campione, ancora del 2021, contraddistinto da un bel rubino con unghia porpora. È fine, elegante nella sua spiccata florealità. Molto piacevole in bocca, con una nota di originalità rispetto alle altre proposte.

La Riserva 2020 è di un bel rubino scuro, contraddistinta da frutto e morbidezza. Forse un filo più omologata, ma interessante da seguire nel tempo.

Il Ruchè del comune di Grana

Il primo 2022 è intenso, fruttato, sufficientemente aromatico, molto piacevole. Ha rubino tenue ed è giocato su un’acidità vibrante che lo fa apparire perfetto da bere giovane.

Il secondo campione, sempre del millesimo 2022, è dominato dall’alcol. Ha potenza, maggiore intensità e minore freschezza, con tanta bella ciccia al palato.

Il Ruchè del comune di Montemagno

Un esemplare dell’annata 2021 dal bel rubino scuro. Ottima la florealità, l’intensità di bocca, la morbidezza. Finale gradevolmente amarognolo.

Il Ruchè del comune di Portacomaro

Rappresenta bene lo stile attuale del Ruchè. Dal 2021 arriva un vino fruttato e alcolico, denso ma abbastanza morbido. Ha bei profumi e, forse, un minimo residuo zuccherino che non guasta.

Il Ruchè del comune di Scurzolengo

È rubino con riflessi porpora questo campione del 2021 dotato di bella aromaticità, secco al palato e complessivamente equilibrato.

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I MIEI SORSI PREFERITI

Amelio Livio – Primordio 2022

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Arriva dai terreni di Grana questo Ruchè dai profumi floreali e puliti. È buono ed ha il vantaggio di non costare caro, circa 10€ in cantina. Prodotto in 10 mila bottiglie.

Cantine Sant’Agata – Genesi 2018

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Tre belle proposte per la cantina di Scurzolengo. Semplice e ben fatto il ‘Na Vota, speziata e morbida la riserva 2019 di Pro Nobis. La mia preferenza va alla Genesi 2018 e alla sua regola del 3: tre settimane di appassimento, tre anni di legno, 3300 bottiglie di struttura e morbidezza.

Ferraris Luca – Vigna del Parroco 2022

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Quattro esempi di ottima qualità dai Rivi di Castagnole. In particolare dalla vigna dove negli anni ’60 tutto è cominciato arriva un Ruchè ricco, complesso, speziato ed aromatico. Piccoli frutti rossi in alcol e pepe nero lo caratterizzano. Selezione massale, fermentazione in acciaio, il 20% passa in tonneau per sei mesi. Ottimo.

Garrone – 2022

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Da Grana ecco un’interpretazione di Ruchè pulita e netta. Solo acciaio. Forse un po’ semplice, ma tutto da bere.

La Miraja – 2022

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Floreale di rosa, fruttato di ciliegia, tannino ben dosato. Questa etichetta di Castagnole Monferrato è davvero gradevole.

La Riserva 2020 è in bottiglia da poco e ancora un po’ scomposta. Da riprovare.

Tenuta Montemagno – Invictus 2021

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Relais con piscina e ristorante gourmet, ma soprattutto un grande Ruchè. L’Invictus ha piccoli frutti rossi ben amalgamati con l’alcol e con le note speziate e balsamiche. È pieno e succoso, con ottima prospettiva di vita. Da vendemmia tardiva con surmaturazione sulla pianta. Costa 19€ in vendita diretta.

Fabrizio Bellone

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