Si susseguono i primi giudizi sulla vendemmia appena terminata. Dal Consorzio Tutela del Gavi arrivano segnali incoraggianti.
Pare proprio che la tanto temuta vendemmia 2022 sia stata meglio di quanto si potesse prevedere.
Sono numerosi i consorzi e le associazioni di produttori che hanno rivalutato l’annata, soprattutto in termini di sanità e quantità delle uve.
Sui bianchi c’è chi denuncia un filo di carenza di acidità e piena maturazione del frutto. Sui rossi si parla generalmente di tenore alcolico sostenuto, ma anche di ottime strutture.
Da un’annata calda, a lungo marcata dalla siccità, ci si poteva attendere molto peggio. A pensarla così è anche Davide Ferrarese, agrotecnico consulente del Consorzio Tutela del Gavi.
«Nonostante le difficoltà stagionali – sostiene Ferrarese – le alte temperature e la carenza idrica non hanno inciso particolarmente sulle rese totali e le quantità di uve raccolte sono molto interessanti. Proprio per questa ragione possiamo affermare che la vendemmia 2022 sia stata sorprendente».
Il Consorzio Tutela del Gavi riunisce 190 aziende vitivinicole per oltre 13 milioni di bottiglie, esportate in oltre cento paesi nel mondo.
Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio, afferma: «Ancora una volta il vitigno Cortese, forte dei secoli di adattamento al terroir delle terre del Gavi, sorprende per la sua resilienza a condizioni climatiche estreme. È ancora presto per dare un giudizio sui vini di questa annata complicata, ma certamente dai vigneti più anziani ci aspettiamo dei grandi Gavi».
Non resta che attendere il giusto affinamento in cantina per scoprire se il grande bianco piemontese da uve Cortese mostrerà il meglio delle sue caratteristiche peculiari anche nel millesimo 2022: freschezza, eleganza e mineralità su tutte.
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