
Contributi, tasse, commercialista, fatturazione elettronica… Quante spese deve sostenere un libero professionista per aprire partita IVA? E per chiuderla?
Nei righi successivi, verranno visti nel dettaglio tutti i costi che un possessore di partita IVA deve coprire durante la sua carriera lavorativa.
Quanto costa a un libero professionista aprire partita IVA
Per spiegare con precisione quanto costa a un libero professionista aprire la partita IVA è necessario partire con il dire che sul territorio italiano, esistono due tipologie di contabilità: contabilità per partita IVA ordinaria e contabilità per partita IVA forfettaria (semplificata), quest’ultima con agevolazioni non di poco conto.
Tutti i costi della partita IVA ordinaria
Le partite IVA ordinarie, con tassazione maggiore rispetto a quelle semplificate, permettono al lavoratore indipendente di accedere a deduzioni e detrazioni molto interessanti.
Sono tenuti ad aderire al regime ordinario tutte le ditte individuali e i piccoli imprenditori con fatturato superiore a 85.000 euro annui, le società di persone e le società di capitali. Non da meno le ditte individuali e i liberi professionisti con costi diretti al personale superiori ai 20.000 euro annui.
Dal punto di vista della fatturazione, i proprietari di partita IVA ordinaria, sono anche obbligati ad emettere fatture elettroniche, con applicazione dell’IVA. Il gestionale utilizzato per l’emissione delle fatture avrà un costo che varia da caso a caso. Non c’è da dimenticare anche il costo della marca da bollo da 2 euro per ogni fattura superiore a 77.47 euro (non soggette al calcolo e al versamento dell’IVA).
Oltre a questi cavilli, i liberi professionisti del sistema ordinario devono anche provvedere al versamento dell’IVA, mensilmente oppure ogni tre mesi, dichiarare l’IVA all’Agenzia delle Entrate per via telematica su base annuale, compilare il modello ISA per la verifica dei ricavi e dei compensi e comunicare (trimestralmente) l’esterometro per quanto riguarda le fatture estere.
Per gli interessati, la formula per calcolare la percentuale d’imposta è IVA è: (prezzo netto imponibile x aliquota IVA) / 100.
Tutti questi aspetti, per essere gestiti in maniera precisa e in linea con le leggi in materia, necessitano dell’ingaggio di un commercialista, che ovviamente, a fine anno, richiederà al libero professionista una parcella, che varia a seconda dei casi. Una ditta individuale spende circa 500 euro l’anno.
Ricapitolando, i costi che deve sostenere un proprietario di partita IVA ordinaria, sono: contributi (una quota fissa e una quota variabile, calcolata sul fatturato annuo), costo del commercialista, IVA, tassazione IRPEF che va dal 23% al 43% in base al fatturato, IRAP (per le società) e IRES (in specifici casi).
Riguardo questi ultimi due costi, dal 01/01/2022 riguardano solo i redditi prodotti dalle società di capitali, gli enti commerciali, le società di persone e gli enti del terzo settore. Non colpiscono invece i lavoratori autonomi e le ditte individuali.
Tutti i costi della partita IVA forfettaria
Non è un caso che la partita IVA forfettaria sia chiamata anche partita IVA “semplificata”. Quest’ultima infatti, necessita del pagamento di costi molto più facili da comprendere.
Anche per la partita IVA forfettaria si avrà il pagamento del commercialista, delle marche da bollo, del gestionale per la fatturazione elettronica (fino a fine 2023 solo se si superano i 25.000 euro di fatturato), tassazione IRPEF del 15% (5% per i primi 5 anni se si rispettano determinati requisiti). Non si godrà, però, come già anticipato, di deduzioni e detrazioni fiscali.
È previsto, inoltre, il pagamento dei contributi, che nel caso della gestione separata INPS per professionisti senza obbligo di iscrizione ad un albo, vengono calcolati con aliquota del 26,23% sul reddito dichiarato.
Per coloro, invece, che sono iscritti ad altra gestione previdenziale e percepiscono un reddito da pensione, l’aliquota sarà del 24%.
Il pagamento dei contributi avviene in più tranche, ovvero il 30 giugno e il 30 novembre. Ogni anno si andrà a pagare il saldo dell’anno precedente e a versare gli acconti per l’anno in corso.
Quanto costa chiudere una partita IVA?
Se di costi si parla, non possono non essere citati anche quelli relativi alla chiusura della partita IVA.
A dispetto di quanto molti pensano, tale operazione è poco onerosa e prevede il pagamento di una pratica che tramite commercialista può variare dai 100€ ai 600€. Tutto dipende dalla complessità della pratica e dal listino prezzi del professionista scelto.
La chiusura partita IVA può avvenire anche in autonomia, assumendosene tutte le responsabilità in caso di anomalie o inesattezze. In questo caso è necessario compilare ed inviare (telematicamente ed entro 30 giorni dalla data di cessazione) all’Agenzia delle Entrate, i moduli AA9/12 o AA7/10.
È bene ricordare, che in caso di cattiva gestione della contabilità, i rischi sono abbastanza alti. Multe e ravvedimenti operosi sono sempre dietro l’angolo. Meglio, quindi, investire nella nomina di un commercialista esperto, che dietro pagamento di una parcella, permetterà al libero professionista di dormire sonni tranquilli.
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