Come ogni mercoledì, una nuova puntata di Come fare per. Oggi parliamo di pensioni. Nello specifico ci avventuriamo nei meandri della Naspi. Capiremo cosa è e come funziona.
La Naspi, cosa è
Naspi. Quante volte negli ultimi mesi e anni abbiamo sentito parlare di questa benedetta Naspi. Tra social, giornali e TV è un continuo prodigarsi di questa parola. Ma di che cosa si tratta? Spesso è associata alle pensioni e talvolta alla disoccupazione, ora vediamo cosa è.
La Naspi è una sorta di sussidio statale che viene versato in due condizioni molto particolari: persone in stato di disoccupazione involontaria o persone aventi requisito contributivo. Nel primo caso, la disoccupazione, come abbiamo detto, deve essere involontaria. Quindi chi si è dimesso o il cui contratto non è stato rinnovato non posso entrare in questa casistica. Inoltre, la disoccupazione non deve essere per giusta causa, ovvero se una persona ha commesso reato o si è comportata in maniera inadeguata sul posto di lavoro (come mobbing, molestie) non può ricevere questo sussidio.
Esistono però alcuni casi in cui è possibile lo stesso ricevere la Naspi:
- dimissioni avvenute durante periodo di maternità
- licenziamento disciplinare
- rescissione consensuale avvenuta perché il lavoratore non vuole trasferirsi
Come funziona
Abbiamo capito che cosa sia la Naspi. Ora cerchiamo di capire come funziona e quali sono i requisiti per ottenerla. Innanzitutto bisogna mettere in chiaro che possono ricevere questo sussidio solo chi ha versato almeno 13 settimane di contributi contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti. Dunque se noi non abbiamo versato questi soldi all’Inps, non potremo ricevere nulla. Questi contributi vengono anche chiamati utili. Ecco quali sono:
- contributi versati normalmente all’Inps durante attività lavorativa
- contributi durante maternità
- contributi durante malattia dei figli
- contributi ricevuti durante periodi di lavoro all’estero in paesi comunitari e non
In conclusione, specifichiamo che ci sono condizioni in cui questi contributi non possono essere conteggiati. E sono: i periodi di malattia, quelli di Cassa Integrazione, i permessi, i congedi e l’aspettativa.
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