Cucinare il borscht come simbolo di pace e di solidarietà


Bella iniziativa dell’Alleanza dei Cuochi Slow Food. Il primo locale piemontese ad aderire è il Pikniq in provincia di Verbania.

L’idea è partita da quelli della Corte del Lupo, un’Enoteca con Ristoro nell’Oltrepò pavese. Qui, nella campagna lombarda a due passi dall’Emilia, meno di due anni fa è partito un progetto legato al piccolo borgo di Golferenzo con ristorante, enoteca e relais.

Sono loro i primi ad aver pensato al borscht, inserendo nel menu questo piatto tradizionale dell’Europa orientale. Aprire l’iniziativa a tutti gli chef dell’Alleanza Slow Food è stato il passo successivo.

Il borscht è una zuppa molto ricca, ma fatta con quello che c’è. Gli ingredienti principali sono le verdure (barbabietole, sedano rapa, cavolo cappuccio, patate, carote, cipolle, pomodori) abbinate alle costine di maiale con alloro e chiodi di garofano. Generalmente si serve con lardo e aglio, pane scuro e senape. A seconda delle stagioni possono esserci alcune variazioni: in questo periodo si aggiungono scalogno e i primi ravanelli; d’estate si mettono alcune fette di pomodoro sul pane strofinato con aglio fresco.

In questo preciso momento storico la caratteristica che colpisce di questo piatto è che lo mangiano sia i russi, sia gli ucraini. È un piatto che unisce, che riporta alle abitudini precedenti alla guerra, che prova a restituire una parvenza di normalità.

Ievgen Klopotenko, chef dell’Alleanza Slow Food in Ucraina, ha trasformato il suo ristorante a Kiev in un rifugio per chi non ha più casa e continua a prepararlo ogni volta che riesce a trovare qualcuno degli ingredienti. 

Il primo ristorante piemontese ad aderire all’idea è stato il Pikniq di Brovello-Carpugnino nel Verbano, ma l’elenco è in continuo aggiornamento. Obiettivo dell’iniziativa è raccogliere fondi a sostegno della popolazione colpita dalla guerra.

Informazioni dettagliate su: Insieme per le comunità Slow Food in Ucraina – Slow Food Donation

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