Anche chi non ha la possibilità di spostarsi per più giorni durante l’estate, può comunque rigenerarsi e rinfrescarsi visitando i numerosi laghi alpini piemontesi tutti facilmente raggiungibili ed eventuali punti di partenza per ulteriori escursioni.
Sicuramente si tratta di una uscita fuori città che trasporta in paesaggi da favola, freschi e rilassanti.
Alcuni laghi originano in seguito a frane, altri per l’attività dei ghiacciai o l’azione dell’uomo che crea dighe artificiali; possono essere piccolissimi e quasi indistinguibili nella cartina o di grandi dimensioni e tali da offrire vere e proprie spiagge lungo la costa.
Il lago di Ceresole che si trova in provincia di Torino nel Canavese non è un lago naturale ma nasce dallo sbarramento del fiume Orco (ad opera dell’uomo) attraverso una diga che fu inaugurata alla presenza del principe Umberto di Savoia nel 1931, si trova all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso e consente un percorso ad anello lungo tutta la sua circonferenza di circa 9 Km.
Tra il Piemonte e la Valle d’Aosta si estende, sempre nel Parco nazionale del Gran Paradiso, il colle del Nivolet che si raggiunge superando Ceresole Reale per una ventina di chilometri.
La strada è chiusa alle auto da metà ottobre a metà giugno ma è possibile giungervi a piedi superando la borgata più alta di Ceresole, Chiapili di Sopra. Anche nelle domeniche d’agosto il transito alle auto è interdetto.
In questo territorio oltre alle marmotte, i camosci, gli stambecchi, le aquile ed i gipeti vi sono due laghi bellissimi, il lago Serrù ed il lago Agnel.
Il primo con le sue acque azzurre lattiginose, mentre quelle dell’Agnel sono blu cristalline.
Nelle valli di Lanzo vi è il lago di Malciaussia, lago artificiale della valle di Viù vicino ad Usseglio ai cui piedi si erge il Rocciamelone.
La diga di contenimento del lago è stata costruita intorno agli anni 30 del 20° secolo per la produzione di energia elettrica.
Quest’ultimo ha origine recente, il suo grande invaso è stato creato intorno al 1930 tramite la costruzione di una diga per alimentare la centrale idroelettrica di Crot. La realizzazione dell’impianto ha causato l’allagamento dell’omonima frazione e lo sprofondamento della chiesetta di San Bernardo. La leggenda narra che a volte si sentano ancora suonare le campane e che i rintocchi siano un presagio di sventura.
Nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola invece troviamo il lago Alpe dei Cavalli, noto come lago di Cheggio, dalle acque turchesi incastonate in un paesaggio selvaggio.
Ebbe origine in seguito alla costruzione di una diga nel 1926 e andò a sostituire un invaso naturale.
Nella zona pascolavano cavalli, muli ed asini impiegati per trasportare le merci tra le valli ed il lago prende il nome proprio dalla loro presenza.
Intorno al lago un anello di circa 6 km consente il passaggio pedonale e si collega ad un sentiero che porta ad una piccola spiaggia.
Sempre nel Verbano-Cusio-Ossola si può ammirare il lago di Antrona formatosi in seguito ad una frana il 27 luglio 1642 quando un ammasso di roccia dalle vaste proporzioni si staccò dalla cima di Pozzuoli colpendo il fondovalle, provocando 95 morti e sbarrando la strada al torrente con la conseguente formazione del bacino.
Nel lago si può fare il bagno e lungo la riva prendere il sole o fare un pic-nic, mentre tutto intorno si snoda un percorso di trekking.
Nella stessa provincia si sviluppa il lago delle Fate che deve il suo nome ad una leggenda secondo la quale nei boschi circostanti vivono le fate insieme ai gut viarghini, nani o gnomi (dipende dalle versioni) che cercano l’oro nella miniera abbandonata della Guia.
Sempre secondo la leggenda essi sono golosi di more e mirtilli che le fate raccolgono per loro in cambio del prezioso metallo, che usano per ricamare i vestiti indossati e per produrre la polvere magica che le fa volare.
Il lago è stato creato dallo sbarramento del torrente Quarazza ed il suo panorama è disegnato da numerosissimi fiori e spiagge il tutto immerso in una natura lussureggiante.
In provincia di Cuneo, vicino al Santuario più alto d’Europa (2020 mt.), il santuario di Sant’Anna di Vinadio, formatosi in maniera naturale per l’attività di escavazione dei ghiacciai, si trova il lago di Sant’Anna.
Intorno all’anno Mille è stato originato il nucleo del complesso religioso ma la popolarità del santuario è stata stimolata dalla presunta apparizione di Sant’Anna ad una pastorella.
Il percorso che conduce al lago inizia nei pressi della chiesa e dagli edifici per una mulattiera che procede per ampi tornanti.
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