
Tutto è partito dalla segnalazione di un periodico specializzato in tutela dei consumatori, sulla cui base Raffaele Guariniello ha sguinzagliato i NAS: i militari hanno prelevato da alcuni supermercati numerosi campioni di olio d’oliva di una decina di marche, ed è stato facile scoprire che la composizione dell’olio non consentiva la sua inclusione nella categoria “extravergine”. Insomma il consumatore sarebbe stato ingannato pagando circa il 30% in più una bottiglia di olio di qualità superiore quando in realtà non lo era. Nel mirino di Guariniello sarebbero finite aziende del calibro di Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.
Partite le denunce per frode in commercio: si indaga ora anche sulla provenienza delle olive.
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