Anteprima di Borgate dal Vivo 2023 con l’alpinista valdostano e la musica de L’Orage al Museo Nazionale della Montagna, giovedì 22 giugno ore 21,30.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Prenotazioni richieste a www.borgatedalvivo.it/cervino-la-montagna-leggendaria
La mostra Cervino. La montagna leggendaria sarà visitabile in anteprima dal pubblico prenotato per lo spettacolo, che potrà accedere agli spazi espositivi a partire dalle ore 20.
Torna Borgate dal Vivo e raggiunge l’ottava edizione. Nato nelle vallate alpine dell’arco occidentale, il festival celebra una nuova estate di eventi culturali e spettacoli con un’anteprima speciale che assume un doppio significato: racconta la montagna insieme a un amico di lunga data, Hervé Barmasse; e porta la storia e la leggenda delle vette in città, in quel luogo simbolo del legame tra Torino e le sue Alpi che è il Museo Nazionale della Montagna.
Borgate dal Vivo parte da qui giovedì 22 giugno, con un’anteprima che si affaccia proprio su quel doppio paesaggio – la città in primo piano e la corona delle Alpi sullo sfondo – di cui è possibile godere dal Monte dei Cappuccini, sede del Museo e del CAI torinese. Una scelta non casuale, ma che condivide con il Museo, e con l’alpinista valdostano che tante volte è già stato ospite del festival, l’inaugurazione della mostra “Cervino. La montagna leggendaria”, che ripercorre la storia personale di Barmasse e il suo rapporto con la vetta che, letteralmente, l’ha visto nascere e crescere. Sarà quindi lo stesso Barmasse a raccontare i temi della mostra in una serata che non vuole però essere una semplice conferenza, ma un momento di spettacolo sostenuto dalla musica de L’Orage, formazione che condivide con l’alpinista le origini valdostane e lo sguardo sulle vette.
“Cervino: la montagna leggendaria” è una serata evento che inaugura la mostra omonima negli spazi espositivi del Museo, dove sarà visitabile dal 23 giugno 2023 al 14 gennaio 2024. I prenotati potranno così accedere in anteprima a partire dalle ore 20 e visitarla prima dello spettacolo, quando al piacere della musica e dell’intrattenimento dal vivo si unirà quello della divulgazione e della conoscenza, dell’avventura unita alla scoperta. Attraverso il racconto di Hervé Barmasse, le immagini più suggestive della Gran Becca e la musica del gruppo guidato da Alberto Visconti e i fratelli Boniface, tutti avranno l’occasione di arrivare in vetta al Cervino, la montagna simbolo di tutte le montagne nel mondo.
Musica e alpinismo, note e immagini, la Storia che scandisce le esistenze dei territori e delle popolazioni che li abitano e la storia individuale: un crocevia di passioni, il cielo estivo, le luci della città e l’imbrunire sulle Alpi sono gli ingredienti magici con cui Borgate dal Vivo vuole augurare una splendida, ottava edizione agli spettatori di tutto il Piemonte.
Imponente e solitario, dalla forma perfetta di una piramide, con i suoi 4.478 metri di altezza il Cervino svetta sulle Alpi Pennine, al fondo della Valtournenche.
Considerato a lungo inespugnabile, con la prima ascensione del 1865 nacque il suo mito, che si diffuse rapidamente in tutto il mondo rendendolo una vetta leggendaria.
Da 160 anni attrae scalatori e alpinisti da Paesi vicini e lontani con un innegabile magnetismo, suscitando un misto di rispetto, timore e fascinazione che ne fanno una meta unica e ambita per turisti e alpinisti. Ma non solo. La sua popolarità e la sua storia l’hanno reso simbolo e icona montagne più belle e quasi perfette; lo Shivling è il Cervino dell’India, l’Ama Dablam del Nepal, l’Alpamayo delle Ande, il Masherbrum del Karakorum. Tutte si riferiscono al Cervino.
Con la prima ascensione nel 1865 tutte le cime più prestigiose delle Alpi erano state salite. Nel frattempo, l’alpinismo entrava in una nuova era; dopo quella dei primordi, motivata da ragioni scientifiche, e la successiva, caratterizzata dal desiderio di conquista, iniziava a prendere forma la fase dell’alpinismo sportivo-esplorativo. Il crescente desiderio di avventura e la sfida verso i limiti della scalata spingeva gli alpinisti a tentare di raggiungere le montagne già salite per itinerari differenti, più difficili e giudicati impossibili dalle generazioni precedenti. E poi rimanevano da scalare tutte le cime minori, quelle più verticali e strapiombanti. Con queste premesse le Alpi hanno ancora moltissimo da offrire e il Cervino, dopo l’epopea della conquista, diventa nuovamente una delle mete più ambite, con le sue sei creste, le quattro pareti e le pareti nelle pareti: un palmares che ancora oggi pochi alpinisti possono vantare.
Nato e cresciuto ai piedi del Cervino, in una famiglia in cui il mestiere di guida alpina si tramanda da quattro generazioni, Hervé Barmasse, alpinista, scrittore, regista di film di montagna e guida alpina, è il solo ad aver salito tutte e sei le creste in solitaria. Un legame intimo e profondo lo lega alla montagna di casa, salita per la prima volta a sedici anni. Sulla Gran Becca, tra prime ascensioni solitarie, prime invernali e vie nuove, è l’alpinista che ha all’attivo più exploit e l’unico, dopo Walter Bonatti, ad aver aperto una via nuova in solitaria. Ed è tramite l’alpinismo, e l’incontro con il Cervino, che l’alpinista valdostano ha creato un rapporto stretto con la natura.
A partire dal suo ultimo libro, Cervino. La montagna leggendaria, la mostra dell’estate 2023 al Museo Nazionale della Montagna e alla Casa Alpina IREN della diga di Ceresole Reale, nel Parco del Gran Paradiso, vuole raccontare la montagna più iconica delle Alpi attraverso gli occhi di un alpinista e ripercorrerne la storia delle ascensioni fino ai giorni nostri tramite materiali storici del Centro Documentazione del Museo e di altri archivi, tra i quali Fondazione Sella di Biella, Archiv des Deutschen Alpenvereins di Monaco di Baviera, Archivio della Società Guide Alpine del Cervino, Archivio Ragni della Grignetta di Lecco, oppure provenienti da raccolte personali. Il racconto cronologico, partendo dalla prima salita, con fotografie, documenti, materiali originali e video narra le imprese dei protagonisti, mentre una proiezione immersiva, a cura di auroraMeccanica, fa rivivere ai visitatori il fascino dell’iconografia che ha visto nascere e nutrito il mito del Cervino.
Il percorso di visita è corredato dalle testimonianze del giornalista e scrittore Enrico Camanni, che ha anche contribuito allo sviluppo dei contenuti dell’esposizione; di Luciano Bolzoni, architetto, storico dell’architettura e direttore di Alpes; di Michele Freppaz, pedologo e nivologo dell’Università di Torino.
La mostra è finalizzata alla valorizzazione culturale della pratica dell’Alpinismo, a seguito dell’iscrizione a Patrimonio Immateriale UNESCO avvenuta a fine 2019, per la quale il Museomontagna ha redatto il dossier di candidatura internazionale. Il progetto è realizzato nell’alveo del progetto WeClub. Alpinismo: ama, rispetta, comunica del Club Alpino Italiano e finanziato dal Ministero della Cultura a valere sui fondi Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti e degli elementi italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO”.
Lo spettacolo del 22 giugno, con Hervé Barmasse e il gruppo musicale valdostano L’Orage, è organizzato in collaborazione con IREN e con il festival Borgate dal Vivo.
Hervé Barmasse
Alpinista professionista, scrittore e regista, Hervé nasce ad Aosta il 21 dicembre del 1977 in una famiglia segnata da una lunga tradizione e passione per la montagna. Guida alpina del Cervino da quattro generazioni, il suo nome è legato a importanti ascensioni. Itinerari di grande difficoltà ed esposizione realizzati in tutto il mondo, come la via nuova aperta in solitaria sul Cervino, la prima ascensione della liscia lavagna granitica del Cerro Piergiorgio e la nuova via sul Cerro San Lorenzo in Patagonia, la prima salita del Beka Brakay Chhok in Pakistan e altre ancora. Sulla sua montagna di casa, la Gran Becca, Hervé ha lasciato in modo incisivo la sua traccia fino a diventare l’alpinista che, tra vie nuove, prime invernali e prime solitarie, ha compiuto più exploit. Di recente si è reso protagonista di un’ascensione esemplare in Himalaya salendo in stile alpino la Parete Sud dello Shisha Pangma, 8027 m in appena 13 ore.
Per la sua attività alpinistica ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra i quali si ricorda il premio accademico “Paolo Consiglio” ricevuto quattro volte.
Nel 2010, alla sua prima esperienza come regista, esce con Linea Continua, un film che racconta l’apertura di una nuova via sul Cervino, realizzata insieme al padre Marco. Nel 2012 è la volta di Non così lontano, un film documentario che racconta “Exploring the Alps”, il progetto che l’ha visto protagonista nel 2011 con l’apertura di tre nuove vie – sul Monte Bianco, sul Monte Rosa e sul Cervino – e che dimostra come anche sulle Alpi ci sia ancora spazio per l’avventura e che il valore dell’esperienza non dipende dalla montagna che si scala ma dagli occhi dell’alpinista. La montagna dentro, edito da Laterza, è la sua prima fatica letteraria (2015), un libro in cui Hervé racconta sé stesso, la sua storia, la passione, la fatica, l’emozione delle scalate. Cervino, la montagna leggendaria è il secondo libro di Barmasse, edito Rizzoli, il primo scritto sul Cervino da un alpinista.
Cervino. La montagna leggendaria (Rizzoli)
Un estratto della presentazione del libro a cui si ispira la mostra.
Le nevi della Gran Becca sono il suo focolare. Le pareti, i sentieri e ogni pezzo di roccia della Montagna Perfetta rappresentano il suo “parco giochi” dietro casa. Anzi, di più: per Hervé Barmasse il Cervino è come un “fratello”. Lo ammise lui stesso in un’intervista nel 2015, nel 150esimo della prima salita in vetta, firmata Edward Whymper. E questo libro ne è la conferma: ogni spunto, aneddoto o riferimento storico trasuda affetto, conoscenza, smisurato rispetto. In oltre vent’anni di carriera alpinistica, Barmasse da Valtournenche (suona bene, sembra un nome da moschettiere del re…) ha esplorato, scalato e sfidato cime, ghiacciai e luoghi altamente inospitali dalla Patagonia al Karakorum e all’Himalaya. Ma è sul Cervino che Barmasse ha dato il meglio di sé diventando l’alpinista che, tra vie nuove, prime invernali, prime in solitaria ha compiuto più exploit sul Cervino.
“Mettersi alla prova significa avere coraggio, osare ma allo stesso tempo saper rinunciare e, quando serve, dare tutto senza risparmio. È seguendo questa filosofia che vado in montagna. E tutto è iniziato sul Cervino, dove, salita dopo salita, ho esplorato le mie capacità, ponendomi ogni volta nuovi obiettivi, più difficili e impegnativi, cercando quello che nel gergo alpinistico si chiama “ingaggio”. Esattamente come fecero i miei antenati, che si avvicinarono alla Gran Becca per cercare di raggiungere la cima quando il Cervino era ancora terra inesplorata” commenta Barmasse.
Il libro di Hervé Barmasse detiene già un importante primato: è il primo scritto sul Cervino da un alpinista. Ci avevano già pensato storici, geografi. Alcuni romanzieri avevano sfruttato la più iconica delle cime alpine, e probabilmente planetarie, per le loro trame. Ma nessuno aveva mai prima salito, e anche ripetutamente, la Gran Becca e poi cercato di sviscerarne ogni segreto, raccontandola un centimetro alla volta. Un punto di vista mai così personale e autorevole su questa montagna per ricordarne trionfi e tragedie. Così da tornare sì con la memoria ai nomi celeberrimi che prima di Hervé, su queste rocce, hanno fatto la storia, Walter Bonatti in primis; ma anche per far parlare i comuni frequentatori dei sentieri e delle pareti del “re” Cervino. Come dire: il Cervino non è esclusivamente degli alpinisti affermati. È di tutti.
L’Orage
Alberto Visconti, Rémy e Vincent Boniface sono il trio che costituisce la base e il motore artistico del celebre gruppo valdostano L’Orage. Con questa formazione attualmente completata dal batterista Florian Bua e dal bassista Patrick Faccini, hanno calcato i principali palcoscenici della penisola (Concerto del Primo Maggio, Arena di Verona, Sferisterio di Macerata, Carroponte e tanti altri) e registrato cinque album di canzoni originali e un EP dedicato ai canti partigiani. Vincitori assoluti di Musicultura nel 2012 sono stati consacrati, nel 2013, dalla collaborazione con Francesco De Gregori, poi rinnovata nel 2015. Tra le altre collaborazioni importanti si ricordano quella con Enrico Erriquez Greppi, cantante della Bandabardò che è stato produttore e ospite del loro quarto album Macchina del Tempo (2015) e quella con l’attrice Jasmine Trinca.
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