Abbiamo parlato ai nostri microfoni con il biellese Alessandro Bollo, da poco confermato direttore del Polo del ‘900 di Torino. Con lui abbiamo cercato di scoprire le sfide di oggi e del domani di uno dei centri culturali più importanti del capoluogo piemontese.
Alla guida del Polo dal 2017: sono stati due anni di successo come ha ricordato il presidente Sergio Soave. Quali sono i ricordi più belli?
“Sono stati tre anni molto belli, impegnativi e sfidanti perché hanno coinciso con il mio primo mandato ma anche con la nascita del Polo del ‘900, quindi rappresentano proprio gli anni fondativi. Durante questo periodo molto importante per noi è nato un nuovo centro della città, che si è aperto al pubblico diventando conosciuto e frequentato. Uno dei risultati più interessanti è stato vedere il Polo e i suoi enti pieni di gente e di attività: una nuova vitalità, un nuovo punto di offerta culturale per la città e per la cittadinanza”.
Adesso arriva un momento difficile con l’emergenza che stiamo vivendo. Come state affrontando le difficoltà?
“Il momento per noi, come per buona parte del sistema culturale, è stato drammatico. Da fine febbraio abbiamo sospeso tutte le funzioni pubbliche. Per noi ha voluto dire tenere chiusi gli archivi, le biblioteche e fermare tutte le iniziative. Abbiamo cancellato qualcosa come 320 eventi che avevamo in programmazione. Adesso, però, dobbiamo guardare avanti e quindi quello che stiamo portando avanti è un percorso di progressiva riapertura. Siamo partiti il 2 giugno riaprendo il Museo Diffuso della Resistenza come primo segnale: ci piaceva proprio in quella data riaprire il nostro museo. Da questa settimana abbiamo riaperto i servizi su prenotazione delle biblioteche e ci stiamo attrezzando per riaprire anche il nostro cortile per le iniziative estive: porteremo il teatro, i talk, la musica, nella speranza che nell’autunno si possa ritornare a fare delle attività sulla falsariga di quelle che organizzavamo prima ma anche con alcune novità”.
Tante le sfide attuali ma tanto si dovrà fare nei prossimi due anni. Quali sono gli obiettivi che intende raggiungere durante il mandato?
“Il Covid ci ha obbligato a ripensare le priorità e gli obiettivi, però in questi due anni sicuramente saranno diverse le cose che faremo. Innanzitutto un intervento sugli spazi. Stiamo iniziando un bel lavoro di restauro delle facciate storiche degli edifici juvarriani e della piazza. L’idea è che fra qualche anno Torino possa avere una nuova bella piazzetta abitabile per i cittadini e smart, che rappresenti l’apertura del Polo.
Ritorneremo inoltre a programmare delle attività nelle sedi fisiche, ripensando il modo con cui le persone potranno venire a utilizzare i nostri spazi. La grande sfida è il digitale: ci stiamo attrezzando per pensare in una logica ibrida anche gli eventi e le iniziative, lavorando molto sugli investimenti in tecnologie ma anche sulle competenze, cercando nuovi linguaggi e nuovi formati per coinvolgere anche dei pubblici più ampi. Questo vorrà dire fare in modo che gli eventi si svolgano in presenza ma che possano avere sempre, o attraverso lo streaming o attraverso contenuti on demand, la possibilità di essere visti da un pubblico potenzialmente enorme.
L’ultimo grande tema è quello degli archivi. Abbiamo tantissimi materiali digitali e quindi abbiamo creato un portale che si chiama 9centRo, visitabile da chiunque. L’obiettivo è renderlo ancora più ampio e orientato a dei pubblici anche diversi: non solo gli specialisti ma anche le scuole, gli insegnanti e tutti quelli che abbiano voglia di approfondire i temi del Novecento e di comprendere le sfide dell’oggi”.
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.