
La Biblioteca Nazionale Universitaria (in piazza Carlo Alberto), fondata 300 anni fa da Vittorio Amedeo II di Savoia, custode della biblioteca della Regina Margherita, è la sede scelta per commemorare l’ultimo re d’Italia, Umberto II, nipote della Regina Margherita, nel 40° della morte.
Un ricordo dell’anniversario attraverso alcune testimonianze appartenenti alla Biblioteca Nazionale, al Centro Studi Piemontesi e a un archivio privato.
Il minuto e significativo insieme, formato da libri, giornali e oggetti suggestivi che evocano momenti di vita pubblica e intima del sovrano, è visitabile fino al 30 aprile, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16, a ingresso gratuito.
Umberto II, l’ultimo re sabaudo, si spense quarant’anni fa, dopo una lunga malattia.
Erano alle 15.35 del 18 marzo 1983. Le sue ultime parole furono rivolte all’Italia. Con ogni residua forza desiderava baciarne il suolo prima di morire. Il presidente Pertini, desiderava porre fine all’esilio: in attesa che un complesso iter burocratico si compisse, avrebbe almeno voluto a consentire al re di chiudere gli occhi nel paese che immensamente amava.
Una deliziosa vignetta di Forattini mostrerà il Presidente, su “La Stampa” del 19 marzo, con braccia e mani legate in forma di nodo sabaudo, a simboleggiare la sua impossibilità di superare gli ostacoli che si frapponevano al rientro.
La morte di Umberto fu commemorata dovunque, non solo in Italia.
Luciano Curino, parlando su “La Stampa” del 24 marzo 1982 del rito funebre ad Altacomba, letteralmente invasa, come tutti i paesi circostanti, dagli italiani, riferisce di avere appreso che molte messe funebri già erano state celebrate o si stavano celebrando in mezzo mondo, in genere promosse dagli emigrati italiani, ma non solo; tra queste ne può menzionare, affollate, in “Buenos Aires, San Paolo del Brasile, Caracas, New York, Toronto e altre città americane”.
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