La tecnologia è anche uno strumento di democrazia, può aiutare la democrazia secondo te?

Come espressione dell’umano certamente la tecnica e la tecnologia digitale in special mondo si accompagnano ad una delle espressioni culturale dell’umano come è la democrazia, con delle particolarità direi.

Quali?

La democrazia digitale, cioè la possibilità di esprimersi data ad ogni cittadino attraverso degli strumenti digitali, ha un fascino particolare. Permette di saltare alcune mediazioni considerate negativamente perché clientelari, accorciano le distanze tra le persone ed il potere e danno la sensazione di averne concretamente di potere, di più di quanto possa avvenire con delle elezioni democratiche lontane nel tempo le une dalle altre. Però questo sistema, che ipoteticamente sembra avere quasi solo lati positivi, in realtà è vittima di se stesso.

Aiutati a capire.

La democrazia nel digitale deve per forza di cose sottostare alle leggi del digitale. Se stiamo, ad esempio, alla manifestazione libera del pensiero, fondamento della democrazia, essa deve passare attraverso le regole delle piattaforme social che, per definizione, sono costruite e funzionano per minimizzare il dissenso. L’algoritmo di facebook è fatto per farti vedere i post di chi la pensa come te. Può esserci democrazia se uno non si abitua a confrontarsi con il dissenso? Altro aspetto è la possibilità di decidere e capire cosa è in gioco. Senza intermediazioni che aiutano a capire, intermediazioni di cui mi fido, dovrei sapere tutto di tutto, ma soprattutto dovrei saperlo e capirlo sotto un diluvio di messaggi che arrivano via web senza distinzioni, tutti uguali nella forma, tutti potenzialmente corretti. Da impazzire. Dunque la democrazia digitale è semplicemente una bella espressione, immaginifica, che rischia solo di dare spazio non al migliore, ma a quello che grida più forte, che genera scandalo più intenso, che si fa vedere, a prescindere da quello che dice. A presto, alla prossima settimana ed in altro il cuore.