La fortuna che gira, il signor Bonaventura che tira

Home Sport Calcio La fortuna che gira, il signor Bonaventura che tira

Logo-il-punto-sulla-B-150x150 La fortuna che gira, il signor Bonaventura che tira

Altro che Portogruaro ridimensionato dalla sconfitta interna subita dal Toro nel turno precedente. La formazione veneta si presenta al Piola priva di alcun timore reverenziale, controlla gli ardori del Novara con ordine e giudizio tattico, irretisce la squadra di Tesser per più di mezz’ora sin quando quest’ultima non si fa un’autoemotrasfusione con un attimo di anemia dopo che Rigoni si mangia un gol già fatto, e conseguente iniezione di nuovi globuli rossi (anzi, azzurri) a ritrovare la propria ispirazione da aspirante capolista. Non abbastanza, però, per indovinare la stoccata vincente.

Aspirante capolista, dicevamo. Molto aspirante e poco capolista, per la precisione. Perché i cinque punti di ritardo sull’Atalanta e i due sul Siena smascherano una crisi di risultati che finora, in un campionato comunque sia sempre molto livellato come quello cadetto, aveva potuto essere bene o male mimetizzata. Due sole vittorie – curiosamente consecutive – nelle ultime undici giornate; qualcosa di troppo lontano dal carosello autunnale a suon di tre gol a partita in casa ben puntellato da un ruolino più che buono anche lontano dalle mura amiche.

A questo punto, più che davanti a sé il Novara dovrebbe forse cominciare a guardare dietro. Non per il timore di essere risucchiato, ché l’attuale ruolino degli azzurri – se non vale più ad eccellere – resta comunque ampiamente sufficiente per galleggiare; bensì perché il Novara potrebbe a questo punto divenire la prima fruitrice di una regola che, da quando sono stati introdotti i playoff, non ha ancora trovato applicazione: il fatto che i playoff stessi non si giochino qualora, a fine campionato, tra la terza e la quarta vi siano almeno dieci punti di distacco. Ordunque, attualmente il Novara vanta sette punti di vantaggio su un Varese che non sta affatto brillando, e otto su una Reggina che s’è fatta sotto soltanto da pochi turni; dietro i calabresi, un altro buco di quattro punti. In quest’ottica, non essere riusciti a battere il Varese in casa sabato scorso – pur essendo passati meritatamente in vantaggio – suona per i novaresi come un rimpianto difficile da scacciare; se gli uomini di Tesser d’ora in poi guarderanno meglio gli specchietti retrovisori, forse certi incidenti di percorso non si verificheranno più.

Più che di specchietti retrovisori, di qui a sette giorni, bisognerà però parlare di occhiali da sole. Che saranno utilissimi per contemplare l’abbagliante fulgore di una Dea Atalanta che ieri sera è stata tale di nome e di fatto (sul punto torneremo tra poco). E che lunedì prossimo ospiterà proprio il Novara in quello che potrebbe essere l’incontro dell’anno di questo campionato cadetto; e che, alla luce dei valori espressi nelle ultime giornate, rischia per Tesser e i suoi di trasformarsi in una specie di Waterloo.

Intendiamoci. In questo severo giudizio v’è molto aposteriorismo da risultato. La verità, probabilmente, e che il vento della fortuna ha cambiato la propria direzione e, invece di spingere nel sacco i colpi di testa di Bertani o le bombe da fuori di Gonzalez, porta ora nella giusta direzione i tiracci in pieno recupero di un certo (signor) Bonaventura. Che all’ultimo minuto di recupero condanna un Torino sinceramente né brutto, né pigro. Solo affardellato da un Budel senza bussola, da un Bianchi un po’ evanescente (nonché smirato), da un Lerda che toglie dal campo un ottimo Lazarevic e da un arbitro che si chiama Doveri ma lede alcuni diritti granata (scusate, ma il gioco di parole era irresistibile). Lontani il più possibile dalle tipiche ovvietà del commentatore, riteniamo che la partita di ieri sera si sarebbe potuta tranquillamente concludere con un opposto verdetto. Meglio quindi parlare non del risultato, ma di quel che è successo in campo. Sul quale campo Lerda farebbe meglio a mettere – e soprattutto lasciare – i suoi uomini migliori.

Roberto Codebò

Leave a Reply