
L’evento del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi raccoglie un numero sempre maggiore di produttori e un consenso di pubblico sempre più vasto.
Sabato 2 aprile il Museo Orsi di Tortona ospita un grande banco d’assaggio con la presenza dei produttori di Timorasso. A partire dalle 9.30 e fino alle 18.00 il pubblico degli appassionati può accedere a quella che sarà la presentazione più nutrita di sempre, considerato che il Consorzio arriva oggi ad associare ben 76 aziende.
Nato per tutelare e rappresentare gli interessi della produzione vitivinicola locale e la diffusione della denominazione di origine, il Consorzio opera in sette valli e ben 47 comuni del comprensorio.

Sono numeri che si fanno sempre più grossi e che tendono ancora ad aumentare, perché ora il Timorasso si vende e si vende bene.
Paiono lontani quegli anni in cui Walter Massa si adoperava in ogni modo per rilanciare un vitigno abbandonato, radunando attorno a sé pochi e fedeli colleghi. Anni nei quali si è sperimentato un po’ di tutto attorno a questo fantastico vitigno a bacca bianca, fino a capire quali sono i terreni più vocati, come lavorare in vigna, quale la vinificazione più efficace, che tipo di affinamento preferire.

Oggi produrre Timorasso pare diventata la moda da seguire. Per convincersene basta andare sul sito del Consorzio e leggere i nomi delle aziende aderenti. Ce ne sono circa un quinto che hanno sede addirittura fuori della provincia di Alessandria, senza contare quelle che fanno la fila per entrare, o che vorrebbero produrlo restandone fuori.

La garanzia di serietà è in tanti nomi di chi siede nel Consiglio. Scorrendo l’elenco dei consiglieri c’è da star sereni. Ma quando un produttore su cinque vive e lavora altrove e vuole vendere Timorasso comincio a preoccuparmi.

Mi auguro che si tenga conto dell’esperienza di chi ci è passato, di chi ha provato sulla propria pelle che cosa significa vinificare quell’uva, prima di procedere a spumantizzarlo, o macerarlo a contatto con le bucce, piazzarlo in legno, in anfora o chissà dove.

L’area di produzione si è allargata, si è passati da 16 ettari ai quasi 300, ma il terroir che favorisce la nascita di quel Timorasso che ha fatto innamorare i winelovers resta il Derthona.

Sarà interessante scoprire, dialogando con i produttori presenti, se c’è una strategia condivisa nella produzione, o se ognuno andrà per conto suo. Dopo tanta fatica fatta per restare uniti e fare sistema oggi la numerosità dei produttori non aiuta a proseguire su quella strada.

L’evento si apre venerdì 1 aprile per giornalisti e operatori del settore.
Oltre ai banchi d’assaggio nella giornata di sabato sono previsti tre appuntamenti di grande interesse.
Si comincia alle 10.00 con una masterclass, purtroppo già esaurita, sulle capacità evolutive del Derthona, su quelle caratteristiche che gli permettono di evolvere magnificamente nel tempo.
C’è invece ancora posto per partecipare alla sessione di degustazione del primo pomeriggio, incentrata sulle diverse sfumature e interpretazioni che le principali aree della denominazione sono in grado di offrire.

Tra le 9.00 e le 13.00 al Teatro Civico di Tortona è indetta un convegno dal titolo Viticoltura armoniosa, con l’obiettivo di disseminare i principi della sostenibilità.
La giornata si conclude con la premiazione di tre personalità, che potranno vantare il titolo di Ambasciatore Derthona nel mondo.
L’ingresso a Derthona 2.0 costa 15€ – Museo Orsi in via Emilia 446.
Se avete piacere di leggere qualcosa di vecchio tra le tante righe che ho scritto in questi anni sul Timorasso, il suo territorio, i suoi pionieri e artefici trovate un paio di link dopo la firma. Soprattutto se non lo avete mai bevuto.
Fabrizio Bellone
Nei Colli Tortonesi, a scuola di Timorasso – Zipnews.it
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