Presentato a Verona il millesimo 2005.
E’ toccato anche quest’anno all’Amarone della Valpolicella dare il via alle presentazioni dell’ultimo millesimo in commercio. Lo ha fatto sabato scorso nella cornice di Palazzo Giardino Giusti a Verona, mettendo a disposizione dei giornalisti convenuti ben 64 campioni in uscita. Ora tocca ai principali toscani (Vernaccia di San Gimignano il 16, Chianti Classico il 17 e 18, Nobile di Montepulciano il 19, Brunello di Montalcino dal 20 al 23 febbraio) mentre Barolo e Barbaresco saranno disponibili ad Alba Wines Exhibition. Ma torniamo all’Amarone. Secondo il Consorzio di Tutela si tratta di un’annata da buona ad ottima, caratterizzata da scarsa quantità di uva in fioritura e da un andamento climatico che ricorda i millesimi 2004, 1997 e 1993. Un’annata con qualche piovosità di troppo, ma con una produzione più scarsa del solito e che potrebbe promettere anche la consueta longevità. La sesta edizione di Anteprima Amarone ha salutato il record di presenze in fatto di vini, presenti alcuni dei marchi storici della denominazione, accanto a realtà nate di recente. Assenti alcuni big della denominazione (avremmo volentieri assaggiato un vino di Roccolo Grassi, Romano Dal Forno, Allegrini o Quintarelli) e con tanti prodotti base al via, l’evento può comunque dirsi riuscito. Districandosi abilmente tra gli spazi un po’ angusti, i Sommeliers della delegazione Ais veronese hanno servito i vini anche in versione coperta, mentre i Produttori servivano direttamente ai loro banchi di assaggio. Attualmente il comparto è costituito da 1226 aziende con 390 fruttai per l’appassimento, per un valore totale di uve prodotte di 90 milioni di euro. Un mondo sempre più in espansione, con un occhio (forse anche entrambi) al mercato, per produrre vini sempre più seducenti e pronti, a dispetto di chi vorrebbe attendere qualche anno prima di dare giudizi definitivi. In una cornice di tal genere risulta evidente la grande disparità tra i campioni presentati, alcuni giustamente poco equilibrati, altri esageratamente morbidi, per non dire…dolci. Residui zuccherini e gradazioni alcoliche importanti lasciano molti dubbi sull’abbinamento con il cibo e qualche incertezza di troppo sulle reali potenzialità di evoluzione nel tempo. Noi ci siamo dotati della consueta pazienza e li abbiamo degustati tutti alla cieca. Alcuni ci sono parsi molto interessanti in prospettiva, di altri ci resta il timore che non potranno evolvere in modo pienamente armonico. Ne abbiamo individuati sei, già piacevoli da oggi, che sottoponiamo al vostro parere. In attesa che gli anni di riposo in bottiglia e il giudizio dei consumatori diano il responso definitivo.
Amarone della Valpolicella Classico Acinatico – Stefano Accordini. Naso di grandissima finezza ed eleganza, presenta una piacevole nota verde e bella speziatura. In bocca è corrispondente, un vino notevole. Vendemmiato a fine settembre e pigiato ad inizio gennaio, sta 18 mesi parte in tonneau e parte in barriques. Costa 26 euro per chi lo acquista direttamente in cantina.
Amarone della Valpolicella Classico Enorama – F.lli Recchia. Nonostante sia praticamente un campione di botte è un Amarone che già oggi pare abbastanza equilibrato. I veri appassionati diranno che va incontro al mercato e dubiteranno della sua tenuta nel tempo. A nostro avviso darà il massimo tra i sette e i dodici anni dalla vendemmia. E’ giocato su speziatura e tostatura, concentrato e di bella struttura, con una nota chinata molto elegante. Pigiato a febbraio, dopo 50 giorni di macerazione entra in barriques nuove e tonneau di secondo passaggio. Con i suoi 40 euro in cantina è il più caro dei sei.
Amarone della Valpolicella – Tenute Galtarossa. Aspetto olfattivo governato dalla frutta, ciliegia su tutto, poi le spezie. In bocca domina la sensazione di morbidezza e si avverte un residuo zuccherino che dovrebbe evolvere positivamente. Dopo cento giorni di appassimento macera a freddo per 15 giorni. Fermentazione di 16-17 giorni, tre mesi di barriques usate, poi botti da 50 hl di rovere di Slavonia. Prodotto in 10 mila esemplari per andare subito sul mercato. Costa 30 euro in cantina.
Amarone della Valpolicella Classico – F.lli Farina. Ricorda abbastanza il precedente, giocato sulle sensazioni morbide in bocca, con una nota vagamente erbacea al naso che risulta molto elegante. E’ vinificato in botte grande, con una piccola parte che passa in barrique per nove mesi. Ne vengono prodotte 40 mila bottiglie, ad un costo che non supera i 16 euro in cantina.
Amarone della Valpolicella Classico Corte Zardini – Zardini. Frutta, alcool e spezie all’olfatto, sobrio e schietto in bocca, dove scende che è un piacere. E’ forse un po’ corto e un po’ piccolo, ma è ben fatto.
Amarone della Valpolicella Classico – Luciano Arduini. Fine, concentrato e morbido, già decisamente bevibile adesso. Fatto con il 60% di uve corvina e corvinone, per il restante 40% con rondinella, molinara e oseleta. Fermenta per 60 giorni, poi passa in legni vari: barriques di rovere francese, tonneau e barriques di legno americano per 18 mesi. Un altro prodotto che costa poco, circa 18 euro direttamente dal produttore.
Fabrizio Bellone
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.