
Conferme e novità della 33^ edizione di Osterie d’Italia, la bibbia gastronomica di Slow Food dedicata ai luoghi del buon mangiare.
In partenza erano davvero soltanto delle piole. Poi con il tempo si sono evolute al concetto di trattoria, qualcuna rivisitata in ristorantino gourmet.
Slow Food le recensisce dall’inizio degli anni ’90 in una pubblicazione che ha mantenuto la connotazione iniziale ed il nome: Osterie d’Italia.
È un volumetto che qualsiasi amante della buona cucina ha consultato almeno una volta e che ha il pregio di raccogliere locali che aderiscono allo spirito e alla filosofia dell’associazione braidese.
Lo sfoglio e penso con affetto a Renzo Vivalda di Cervere, che è partito da questa pubblicazione, tra rane e lumache, per poi guadagnarsi le due stelle Michelin.

L’edizione 2023 di Osterie d’Italia si compone di 1730 tra osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti su tutto il territorio nazionale. Di questi ben 134 si trovano in Piemonte.
Materia prima di qualità, valorizzazione del territorio, adeguata selezione di vini e formaggi, prezzo corretto. Queste le caratteristiche principali per entrare in guida.
Slow Food premia con il simbolo della chiocciola quelle che si caratterizzano per un ambiente, una cucina e un’accoglienza in sintonia con i canoni dell’associazione.
Quest’anno le chiocciole del Piemonte sono 26. Le quattro le new entry sono tutte in provincia di Cuneo. C’è ‘L Bunet a Bergolo, il paese di pietra.

Reis Cibo Libero di Montagna a Busca, l’osteria contemporanea di Juri Chiotti.
Osteria dell’Unione a Treiso, dove Carlin Petrini e amici erano di casa già prima della nascita di Arcigola.
Locanda Fontanazza a La Morra, affacciata alle vigne con quattro camere e una colazione da sogno.

Numerose le conferme, con qualche bella sorpresa. Una su tutte è Casa Colet a Monastero di Vasco. Non la conoscevo e si aggiudica il premio speciale Novità, con la motivazione che «è un luogo che unisce la produzione agricola e il valore, non scontato, di un autentico rapporto con la terra a una cucina perlopiù vegetale che, senza rinnegare le proprie radici, non ha paura di osare e di tracciare una nuova strada per la tradizione». Penso che la proverò presto.
Dall’uscita della guida ho atteso qualche giorno a proporre i miei consigli, per lasciar sedimentare la ricchezza della proposta ed essere il più coerente possibile.
Sarebbe stato facile enumerare ancora una volta i locali dei quali ho già scritto, che generalmente sono quelli dove mi trovo sempre bene. Sarebbe stato troppo scontato e ripetitivo.
Quindi non parlerò di un mio luogo del cuore come Pane e Vino di Emy e Flavio a Cherasco.

Nè di una cucina che esalta prodotti e vini a Km0 come Trattoria Pautassi.

Non suggerirò più dove andare a Vezza d’Alba o a Boves, a Carrù per il bollito, oppure a Cureggio per i piatti abbinati al Nebbiolo dell’Alto Piemonte.

Se andrete alle Terme di Valdieri sapete già che il posto giusto è La Locanda del Falco, come Da Giuseppe è la sosta ideale a Montemarzino per la cucina di frontiera di chi ama il Timorasso.

Non vi parlerò di tutte queste perle enogastronomiche.
Voglio darvi altri cinque indirizzi. Cinque posti dove un pranzo o una cena valgono ben di più del viaggio che farete.
Luoghi dove rilassarsi e mangiarbere come si deve, come sostiene Slow Food.
Resta solo da scegliere e provare.

LE MIE OSTERIE D’ITALIA IN PIEMONTE
La Morra – L’Osteria del Vignaiolo

C’è poco da fare, questo è un posto dove si mangia bene spendendo il giusto.
Nel pieno della Langa del Barolo, in frazione Santa Maria, a due passi dai Poderi Oddero e da un vignaiolo autentico come Eraldo Viberti.
Un bel locale, con un ampio dehors panoramico dove sostare per alcuni mesi all’anno.
Il menu degustazione è abbondante e proposto ad un prezzo onestissimo. Se preferite andare alla carta il mio ricordo indelebile va all’antipasto capesante e porcini.

Il vitello tonnato è fatto come si deve.

I tajarin sono da urlo, sia al ragù di salsiccia sia quelli con il tartufo.

Buoni i plin, notevoli le coscette di quaglia.

Suadente il semifreddo con il cioccolato.

La carta dei vini è un vocabolario della viticultura di La Morra, ma abbraccia tutto il Barolo e il Barbaresco, senza dimenticare il Roero. Vista l’abbondanza fatevi consigliare.
Prenotazioni: 017350335 osteriavignaiolo@libero.it
Qui non potete sbagliare.
Monforte d’Alba – Repubblica di Perno

È più facile arrivarci da Monforte, ma se accettate un consiglio passate dal fondovalle che sale a Perno, correndo tra Castiglione Falletto e Serralunga.

È un paesaggio di chiara bellezza, tra cru e noccioleti, che regala bei momenti di raro silenzio anche nelle giornate più frequentate dai turisti. Non perdete l’occasione per fare una passeggiata, prima o dopo il pasto.
Poi ci sono Marco Forneris ed Elena Miori, con una cucina che parla tanto di Langa.
In una sera d’inizio estate ricordo la zuppetta di trombette con il baccalà mantecato

il carpaccio di salmerino

la terrina di faraona

i tajarin al ragù di coniglio di Carmagnola

le stupefacenti costine di maiale frabosano allevato a castagne.

Riservate per tempo, perché i coperti non sono molti.
Prenotazioni: 017378492 info@repubblicadiperno.it
Si sta bene, davvero tanto.
Nizza Monferrato – Bun Ben Bon

Ci sono stato a pranzo qualche giorno fa, era un lunedì dopo la degustazione dei Nizza Docg dell’Associazione Produttori.
Uscendo da Nizza Monferrato in direzione di Torino, subito dopo la rotonda attraversate la ferrovia e vi ritroverete sulla vecchia strada di Asti. Qui, in una bella casa di campagna immersa nel silenzio, troverete il Bun Ben Bon, dove tutto è buono e ben fatto.

Due sale con i tavoli ben distanziati, bella esposizione di bottiglie del territorio, prato esterno curato.
Qui c’è una famiglia al lavoro. Daniele in cucina, Daniela in sala, i bimbi di ritorno dalla scuola seduti a tavola come gli altri commensali.

Volevo provare i loro agnolotti tradizionali e avevo ragione. La pasta è sottile, il ripieno delle tre carni ben percepibile. Serviti con burro, salvia e rosmarino, alla fine ci ho passato pure il pane.

Mi sono anche lasciato consigliare e non ho sbagliato. Prima è arrivato uno dei loro cavalli di battaglia, il fagottino di fassone ripieno di insalata in salsa Muslin, con scaglie di parmigiano e un goccio di extravergine.

Poi ho chiuso con la torta di nocciole senza farina con il gelato.

Tre piatti davvero bun ben bon, attenzione costante al cliente e un conto onesto.

Prenotazioni: 0141726347 info@bunbenbon.com
Qui ti senti come a casa.
Torino – Albergo Ristorante San Giors

A due passi da Porta Palazzo, in via Borgo Dora, c’è questo bel ristorante annesso all’albergo. Tutto è caldo ed accogliente al San Giors, a cominciare dall’ingresso con il banco delle chiavi.
L’atmosfera è vecchio Piemonte, con tanto spazio, i tavoli ben disposti, il palchetto a impreziosire gli ambienti.

In sala Simona sa che cosa significa fare accoglienza. In cucina Paolo Ribotto è una certezza.
Questo è un posto dove andare a mangiare i classici della cucina piemontese.
Il fritto misto è sontuoso.

A fine inverno ne ho fatto quattro passaggi, per un totale di 25 pezzi diversi. Una ricchezza e una leggerezza da primato, caldo, croccante, con le verdure tagliate a pezzettoni e perfettamente integre.

Ricordo una parte salata davvero ottima ed una dolce molto ricca, con cremino e gianduiotto pazzeschi.

Se non siete da fritto andateci a novembre per la bagna cauda, oppure a dicembre per i bolliti misti con le salse. Ma anche la finanziera vi saprà stupire.
Prenotazioni: 011 5216357 – info@sangiors.it
Non vi pentirete della scelta.
Villanova Mondovì – Cavallo Rosso

L’ultima volta ci sono stato a metà ottobre.
È facile da trovare. Arrivando da Mondovì entrate nel centro di Villanova, lasciate sulla sinistra la chiesa di San Lorenzo e salite lungo via Orsi.
Lasciate l’auto davanti al locale, la vecchia società operaia di fronte al Comune, oppure nel parcheggio che c’è appena sopra.

Andateci ora, finchè è stagione di funghi. Io ho trovato un’insalata di porcini leggera ma piena di sapore.

Ho bissato con i porcini fritti e non ho sbagliato.

In mezzo ho scelto un piatto che più territoriale non poteva essere, il risotto castagne e Raschera. Cotto giusto, perfettamente mantecato, rispettoso dei due protagonisti.

Tornateci a novembre per la cena dei Presidi Slow Food che faranno la sera prima di BEE, la grande fiera dei formaggi di montagna di Villanova.

Prenotazioni: 3478127193.
Una tappa slow, che riconcilia con la tavola.
Fabrizio Bellone
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