Marchionne: impensabile concludere che Fiat non si interessi dell’Italia. Al tavolo di Torino anche la Fiom

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P1010008-300x294 Marchionne: impensabile concludere che Fiat non si interessi dell'Italia. Al tavolo di Torino anche la Fiom“E’ completamente impensabile arrivare alla conclusione che la Fiat non sia interessata agli 80 mila dipendenti che ha in Italia dove è stata fondata 112 anni fa e che ci sta a cuore”. Così, da Bruxelles, chiosa l’ad Sergio Marchionne, a margine di un incontro dell’Associazione dei produttori europei. Nello stesso tempo, a Torino è ripresa questa mattina la trattativa con i sindacati sull’estensione del contratto separato di Pomigliano che interessa tutti i dipendenti del gruppo. In particolare, oggi il confronto è incentrato sul futuro dei lavoratori di Fiat Industrial e di alcune realtà come Maserati, Marelli e Ferrari. Presente anche la Fiom, dopo l’incidente diplomatico che nell’incontro precedente aveva spinto Landini a lasciare il tavolo. Una presenza rilevante anche in seguito alle dichiarazioni rilasciate ieri da Marchionne a Radio 24. Al cronista che gli chiedeva se c’è un futuro di Fiat senza l’Italia, l’ad ha risposto: “Che posso fare? Se non ci sta più l’Italia che cosa vuole che faccia? Vendiamo macchina in Brasile, in Canada, in Messico, in Cina, da tutte le parti. Una soluzione la troviamo. La sopravvivenza di Fiat non può essere messa in discussione. Abbiamo impiegato otto anni per rimetterla in piedi, le abbiamo creato alternative attraverso l’alleanza con Chrysler”.
Ma questa è storia di ieri. Oggi, invece, dopo la nota con smentita ufficiale del Lingotto, il problema Fiom resta. E questa mattina, sempre da Bruxelles, alla domanda su un possibile piano di emergenza, in caso di un aggravamento della crisi della zona euro, Marchionne ha commentato: “Puoi fare tutti i piani che vuoi, ma questi sono movimenti sismici tali, che nessun piano può funzionare”. La sopravvivenza finanziaria di Fiat non è in dubbio, “anche nell’eventualità di una calamità assoluta in Italia che avrebbe impatti disastrosi su aziende che sono completamente italiane”, ha aggiunto Marchionne.
Lunedì si tornerà ad affrontare gli argomenti generali legati all’estensione del contratto di Pomigliano e, all’esterno dell’Unione industriale di Torino, si fronteggeranno due cortei organizzati dai sindacati.

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