Qualche consiglio per affrontare l’11^ edizione dell’evento organizzato dalla condotta Slow Food Tortona con la collaborazione del Consorzio di Tutela Vini Colli Tortonesi, della Strada del vino e dei sapori dei colli tortonesi e da Derthona Giovani.
Nell’estremo lembo sudorientale del Piemonte, tra Tortona e la Liguria, c’è un territorio incastonato fra valli parallele tra loro, dove la parlata delle persone assume accenti bizzarri. È la zona dei Colli Tortonesi, con le sue sei valli che seguono i rispettivi bacini idrografici da nord a sud: Curone, Borbera, Spinti, Scrivia, Ossona, Grue.
Domenica 11 giugno queste colline saranno teatro dell’11^ edizione di Quatar Pass nel Derthona Timurass. Se potete, fateli quattro passi da queste parti.
Protagonista assoluto sarà un vitigno storicamente molto coltivato in zona, ma quasi scomparso all’inizio degli anni ’80: il Timorasso. La sua riscoperta è dovuta al lavoro di Walter Massa, Andrea Mutti, Claudio Mariotto, Luigi Boveri, Piercarlo Semino e pochi altri, che lo hanno riportato in vita con anni di duro lavoro.
Fino a quel momento pochi lo conoscevano e meno ancora sapevano apprezzare un territorio che gode ancora oggi di una straordinaria biodiversità fatta di prato, seminativo, vigneto, alberi da frutta, piccolo allevamento e bosco. Un insieme di ambienti ecologici diversi, anche dal punto di vista geologico, con la presenza delle pregiate marne di sant’Agata.
L’evento ha aggiunto nel titolo il toponimo Derthona, con il quale si vuole indicare il Timorasso coltivato, vinificato e affinato in un territorio preciso: 46 comuni nello sperone sud-est della provincia di Alessandria, su 50 Km. di lunghezza e 25 di larghezza, con altimetrie che variano dagli 87 ai 1699 metri s.l.m..
Quatar Pass nel Derthona Timurass è una specie di caccia al tesoro enogastronomica alla scoperta del territorio e dell’ospitalità di oltre trenta cantine.
Nato da una bella intuizione di Slow Food, ha sempre raccolto attorno a sé la disponibilità dei vignaioli.
Per godere appieno della giornata è necessario un mezzo di trasporto, perché i punti di ristoro sono tanti e dispersi nelle sei vallate. È un bel giro da fare in moto, o in bici per chi ha le gambe allenate.
Il mio consiglio è quello di usare la macchina, soprattutto se vorrete fare acquisti. Non solo Derthona Timorasso, ma anche i grandi rossi del tortonese. Poi la frutta e la verdura di stagione, il Montébore, i salami del Giarolo.
Partenza dalla Cantina Sociale di Tortona, dove si ritirano i bicchieri, il pass e la cartina con alcune proposte di itinerario.
Scegliere quali aziende visitare è facile e difficile allo stesso tempo. Il percorso è assolutamente libero, ma essendo 33 le aziende che aderiscono, è necessario fare un piano con alcune priorità, perché tutte sarà impossibile visitarle.
Sarete a due passi dalle province di Pavia, Piacenza e Genova. Un dedalo di percorsi, vette dalle quali tentare di scorgere il mare, sentieri di contrabbandieri o partigiani. Parlate e accenti influenzati dagli incroci famigliari, o dal destino lavorativo delle persone.
Una terra fatta di colli dove il prato si alterna al bosco, gli alberi da frutto alla vite. Piccoli borghi influenzati dalle culture di passaggio, incastonati tra i monti, il mare e la pianura Padana. Anche la cucina qui è contaminazione di culture.
Non fatevi cogliere dalla frenesia di toccare il maggior numero possibile di tappe. Nello spirito della lentezza e del piacere di conoscere tipico di Slow Food andate alla scoperta non solo delle aziende, ma anche della varietà di prodotti offerti dalla natura, degli scorci impagabili sulle valli, della pulizia delle vigne, dei calanchi e della maestosità dei paesaggi.
Con voi ci saranno visitatori attenti o spaesati, bambini fuori a giocare nel prato, mogli o mariti al fresco delle topie, altri a degustare i prodotti della vigna e della cucina.
Da qualche anno cresce la presenza dei giovani, entusiasti della famigliarità dell’accoglienza, della ricchezza di etichette, della qualità di eccellenze alimentari.
Chi conosce questo vino saprà orientarsi senza difficoltà. Chi non è mai stato qui dovrebbe farsi rapire dalla bellezza dei luoghi e vagare di conseguenza. La qualità è garantita pressochè ovunque.
LE ETICHETTE DA NON PERDERE
Se accettate qualche consiglio ecco cinque visite che non potete tralasciare se davvero amate imparare qualcosa sul Derthona.
BOVERI LUIGI – Filari di Timorasso 2019
Una sala degustazione nuova di zecca e una intera famiglia al lavoro. Ho scritto da poco di questa azienda, QUI. I Filari 2019 hanno naso intenso e fine. La bocca è elegante, piena, succosa. C’è una bella nota ammandorlata e un gustoso finale minerale. Un vino in divenire, che diventerà ancora più buono. Un esempio di come il vitigno sappia mostrarsi lieve e allo stesso tempo pieno di personalità. Non vale solo per il 2019, è una nota distintiva delle etichette di Luigi.
LA COLOMBERA – Il Montino 2020
Elisa Semino è la regina del Timorasso. Ho già parlato di lei QUI. Di recente ha ristrutturato parte della cantina, arredando una sala degustazione con i fiocchi. Anche gli abbinamenti cibo-vino qui sono ghiotti. Il Montino è il bianco di punta. Ho scelto il millesimo 2020, ma potrei citarne altre dieci. Troverete sempre un esempio di grande freschezza, connotato da splendidi sentori agrumati ed esotici. Un vino ampio, godibile da subito ma da aspettare con fiducia. L’ultimo nato, il 2021, è fine e sostanzioso. Molto promettente.
MARIOTTO
Claudio è un vero personaggio, un vignaiolo da conoscere assolutamente. Dopo vent’anni non so ancora decidere quale delle sue etichette mi appaga di più.
Il Pitasso 2017 è luminoso, ha sentori di camomilla e richiami balsamici. È netto nelle sensazioni di idrocarburo, si allarga in bocca ed è lunghissimo.
La Cavallina 2018 è nervosa, scattante, di una mineralità pervasiva. Una fuoriclasse.
Il Bricco San Michele 2020 ha naso lieve ma avvolgente e caldo, con bocca succosa. Diventerà buonissimo.
Il Derthona 2021 è consistente, intenso, speziato. Ha nerbo e freschezza, carattere e lunghezza. Finale davvero sapido. Un grandissimo esempio di Timorasso old style.
POMODOLCE – Grue 2021
Non perdete questa tappa, degusterete i vini aziendali a Montemarzino, nei locali del ristorante Da Giuseppe. Uno dei templi della cucina dei colli tortonesi. Il Grue affina in acciaio sulle fecce fini ed è un chiaro esempio di quello che il vitigno può dare quando è vinificato ed affinato con amore. Nel 2021 al primo naso sento fumo, cera, incenso. Poi si apre su una mineralità estrema, dove la pietra focaia è netta e pulita. L’aspetto olfattivo è dominato dall’intensità, quello gustativo si distingue per finezza ed eleganza. Buonissimo.
VIGNETI MASSA – Costa del Vento 2019
Si deve in primis a Walter Massa la rinascita di questo vitigno e il Costa del Vento è l’etichetta monstre per eccellenza. È anche il primo Timorasso che ho assaggiato, ancora nel secolo scorso. Nasce in un vigneto esposto a sud-ovest, in un terreno piuttosto argilloso. L’annata 2019 è di rara eleganza abbinata a tanta sostanza. Equilibrato e persistente, è come sempre un grande vino.
TUTTI I PRODUTTORI ADERENTI
Alvio Pestarino
Azienda Agricola Boveri Luigi
Azienda agricola Mandirola
Azienda Agricola Poggio Paolo Giuseppe
Canevaro Luca
Cantina sociale di Tortona
Cantine Colonna
Cantine Volpi – Cascina La Zerba
Cascina Bandiera
Cascina Giambolino
Claudio Mariotto
Daglio Giovanni
Ezio Poggio
Fiordaliso
Giacomo Borgogno & Figli
I Salicetti
La Colombera
La Spinetta
Maurizio Bruno
Mauro Veglio
Oltretorrente
Pomodolce
Rèis wine
Renato Boveri
Ricci Carlo Daniele
Sassaia
Terre di Sarizzola
Tirelli
Valli Unite
Vecchia Posta
Vigneti Boveri Giacomo
Vigneti Massa
Vigneti Repetto
ISCRIZIONI
https://www.tastederthona.com/prodotto/quatar-pass-nel-derthona-timurass-2023/
Fabrizio Bellone
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