
Ben ritrovati da Valter Gerbi. Nel nostro radio Blog di questa settimana parleremo di democrazia.
A Torino, come in altre città italiane, in autunno, i cittadini dovranno recarsi alle urne per il rinnovo dei consigli comunali. Traggo spunto da ciò per parlarvi del crescente disinteresse che la gente dimostra su questo importante argomento, come se la cosa non li toccasse più di tanto. Mi farò aiutare in questa disamina da un filosofo nato nel 1805 Alexis de Tocqueville. Disinteressarsi della cosa pubblica può portare soltanto a peggiori danni; certo tra quelli che voteremo ci saranno sicuramente, è la statistica a parlare per noi, ladri, profittatori, malviventi, ma la maggior parte di chi occuperà gli scranni del potere sarà ligia ai compiti loro affidati e guiderà la barca nella tempesta. Dobbiamo tutti partecipare, con impegno e scelte accorte, a costruire e tenere alta la nostra democrazia, raggiunta con fatica e morti per la libertà. La democrazia ha certo dei difetti: se il 30% degli italiani vede una cosa in un certo modo, quella giusta, ma il restante 70% la vede diversamente, sbagliando, passerà, per democrazia, la scelta errata. I governi democratici possono diventare violenti, anche crudeli, in certi momenti di grande effervescenza e di pericolo, ma queste crisi saranno rare e passeggere. Non va, poi, dimenticato, che la democrazia dà poco ai governanti e molto ai governati, il contrario avviene nelle aristocrazie in cui il denaro dello stato affluisce nelle tasche di pochi. Continua il filosofo affermando che la stampa è, per eccellenza, lo strumento democratico della libertà. Ognuno può dare il proprio contributo alla democrazia, nel proprio ambito, con le proprie responsabilità, con il proprio lavoro, con le proprie idee. Se non crediamo a ciò, stiamo perdendo la nostra libertà e il concetto di democrazia va a farsi friggere: sosteneva il visconte de Tocqueville che quando il cittadino è passivo, è la democrazia che si ammala. “La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie”. Già in queste settimane cominciamo a pianificare il nostro prossimo voto e ricordiamoci cosa aveva affermato John Fitgerald Kennedy: “Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese!”
È tutto anche per questo ventinovesimo appuntamento. Inviate le vostre osservazioni alla mail di radio blog redazione@zipnews.it A risentirci e buon ascolto.
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