
Ben ritrovati da Valter Gerbi. Nel nostro radio Blog di questa settimana parleremo di mafia.
Attenti a quello che dice il vocabolario. “Mafia: organizzazione criminale suddivisa in più associazioni, cosche o famiglie, rette dalla legge dell’omertà e della segretezza che esercitano il controllo di attività economiche illecite e del sottogoverno, diffusa originariamente in Sicilia”. Notate quel “originariamente”. Non è così, naturalmente. La mafia è ovunque, al sud come al nord; anzi, forse con maggiore presenza e più inquietante significatività proprio nelle città del nord e non soltanto in Italia, anche in Europa, nel mondo. Non dimentichiamo quello che ha detto il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 23 maggio scorso in occasione della commemorazione della strage di Capaci, dove hanno perso la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie, Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. “La mafia c’è ancora, ma non è invincibile. Non deve esserci nessuna zona grigia, nessuna omertà, né tacita connivenza: o si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi”. Sono parole pesanti, dette da chi le minacce e i fatti della mafia le ha incontrate nella propria vita con drammatica determinazione: ha perso il fratello Piersanti, ucciso proprio dalla mafia. Non dobbiamo dimenticare, tutti, non solo chi gestisce la cosa pubblica. La mafia ha strumenti precisi, rudi, forti e si insinua nelle pieghe della democrazia, cercando di trasformarla per i propri fini in un illecito traffico odioso. La nostra risposta deve essere compatta e chiara, sempre: i cittadini hanno la forza di combatterla, se uniti e convinti della giustezza della loro posizione. “Il mafioso è un uomo d’onore. Egli si presenta sempre come il massimo della integrità morale e della più calda affettuosa, sincera generosità. È una figura cordiale, rassicurante, pronta a farvi favori senza chiedere nulla in cambio”. Peccato che tutto ciò nasconda un potere criminale, che ha alla base l’odio, la violenza e il rigetto della vita democratica. Come affermò papa Giovanni Paolo II, 28 anni fa «Dio ha detto una volta: non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. Nel nome di Cristo, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!».
È tutto anche per questo trentatreesimo appuntamento. Inviate le vostre osservazioni alla mail di radio blog redazione@zipnews.it A risentirci e buon ascolto.
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