
Ben ritrovati da Valter Gerbi. Nel nostro radio Blog di questa settimana parliamo della recente sentenza della Cassazione sull’esposizione del crocifisso nelle scuole.
Quanto accaduto si riferiva ad un professore che aveva rimosso, durante le prime fasi delle sue lezioni, il crocifisso dal muro dell’aula in cui insegnava, contro la volontà espressa dagli studenti e contro un provvedimento del suo dirigente scolastico. Era stato sospeso per 30 giorni dalle sue funzioni e dallo stipendio. La Cassazione chiamata ad esprimersi nel merito ha stabilito che, pur non essendo obbligatoria la presenza del crocifisso nelle scuole pubbliche, ciò non può essere ritenuta un atto di discriminazione nei confronti di chi non la condivide e devono essere le scuole stesse a decidere in autonomia applicando, nel caso, anche segni di altre professioni religiose. Ragioniamo. Lo stato italiano non riconosce più la religione cattolica come religione di Stato, è divenuto uno Stato laico, in cui tutti sono liberi di professare o meno un credo religioso. Tra l’altro ricordiamo tutti l’espressione “Libera Chiesa in libero Stato”, coniata da de Montalembert e pronunciata più volte da Camillo Benso Conte di Cavour, anche nel discorso al Parlamento con cui appoggiava l’ordine del giorno che voleva Roma capitale d’Italia il 27 marzo 1861. Anche nel caso del crocifisso ci fermiamo alle apparenze e non alla sostanza. Molti si dicono cristiani, ma un’esigua percentuale di fedeli frequenta le funzioni domenicali e le comunità della propria zona. Aiutiamo il prossimo quando proprio non riusciamo a farne a meno, dimostriamo poca dimestichezza con gli argomenti e i valori religiosi. Dall’altra, però, pretendiamo che un segno, ritenuto da tutti immagine del dolore, del sacrificio, della vita, debba diventare per forza elemento condivisibile e, in caso contrario, lo facciamo diventare elemento di rottura, di astio, di contrasto, un pretesto per creare, ancora una volta, separazione, odio, rancore. Siamo sicuri di stare facendo la cosa giusta? Non sarebbe meglio “essere” veramente cristiani e non “far finta” di esserlo?
È tutto anche per questo trentaquattresimo appuntamento. Inviate le vostre osservazioni alla mail di radio blog redazione@zipnews.it A risentirci e buon ascolto.
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