
Ben ritrovati da Valter Gerbi. Nel nostro radio Blog di questa settimana parliamo di bambini che non nascono più.
Mi spiego meglio. Quando c’è stato il primo lockdown a causa del Covid 19, accanto a paure, problematiche varie, tensioni, morte e dolore, si è anche accesa, qui da noi in Italia, una debole speranza: il restare bloccati in casa e la permanenza forzata avranno contribuito a migliorare il tasso di natalità, mai così drammaticamente in calo. Peccato che non sia andato proprio così: lo stare vicini non ha aumentato il desiderio anzi… in certi casi ha scatenato irascibilità, tensioni mai risolte, incomprensioni che sono sfociate in vere e proprie crisi di coppia. Siamo il paese in Europa con il tasso di natalità più basso, 1,17 bambini a testa. Un minimo storico che, secondo l’Istituto di Statistica Italiana, continuando così, porterà l’Italia ad avere presto dieci milioni in meno di abitanti. Siamo destinati a diventare un paese di anziani; come titolavano alcuni quotidiani, “L’Italia non è un paese per bambini”. Salari bassi, politiche governative che non aiutano a sufficienza le famiglie, età delle partorienti sempre più alta, mancanza di asili e nella nostra società super industrializzata mancanza di figure che una volta “davano una mano” alle famiglie in difficoltà: i nonni perché spesso abitano troppo lontano dai nipotini e l’intera società non è strutturata per stare vicino alle famiglie numerose. Dal 2015 a fine dello scorso anno abbiamo perso un milione e mezzo di abitanti, come se in sei anni fossero sparite tre città poco più grandi di Firenze. Solo la popolazione giapponese è più anziana della nostra. Mario Draghi di recente, a proposito di questo grave problema, ha affermato che servono tre cose per mettere al mondo dei figli: un lavoro, una casa e uno stato sociale. L’unica cura è più immigrazione, questo quello che pensa il professor Livio Bacci dell’Università di Firenze. Gli immigrati già oggi pagano parte delle pensioni di noi italiani: senza il loro contributo il sistema non reggerebbe. A questo punto occorre invertire la tendenza e il Governo mettere davvero mano a provvedimenti articolati e significativi sull’argomento. Meno TV, meno partite a calcetto, meno shopping compulsivo e più vita a due e, per essere politically correct, “Auguri ai figli maschi e alle figlie femmine!”.
È tutto anche per questo cinquantesimo appuntamento. Inviate le vostre osservazioni alla mail di radio blog redazione@zipnews.it A risentirci e buon ascolto.
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