
Ben ritrovati da Valter Gerbi. Nel nostro radio Blog di questa settimana parliamo di amore per i figli.
Traggo spunto da un articolo di fondo scritto dalla brava Michela Marzano su La Stampa per sottolineare l’importanza delle sue considerazioni e delle sue valutazioni riferendosi a quanto pronunciato dal Papa sull’argomento. “Un padre o una madre non dovrebbero mai lasciare solo un figlio se o quando questo figlio sta male, soffre, attraversa un momento difficile oppure commette un errore. Il Papa ha ragione quando chiede ai genitori di non condannare mai i propri figli, e di avere il coraggio di restare loro accanto, stringendo magari i denti quando si sentono impotenti e l’impotenza, per un genitore, è forse una delle condizioni più dolorose nella quale si può trovare”. La giornalista si sofferma, poi, a considerare come il Santo Padre “dica anche cose terribili. Parla dell’omosessualità di un figlio accostandola a una patologia, e chiede ai genitori di mostrarsi forti per gestire la situazione. Sarebbe stato meglio – continua – che il Papa spiegasse ai genitori di figli omosessuali che pensano di dover portare sulle proprie spalle il peso di una croce, che non c’è né croce, né peso da sopportare. Quand’è che l’omosessualità smetterà di essere raccontata come una deviazione, una malattia, una bruttura, un incidente o una prova? L’omosessualità non è un problema, non è una malattia”. Brava la Marzano a sottolineare, ancora una volta, questa semplice affermazione: la vita ci appartiene e, con questa, le libere scelte che compiamo ogni giorno, in ogni campo, nel rispetto di leggi e regolamenti. Se non infrangiamo questi e rispettiamo il prossimo, siamo persone civili e complete e il nostro orientamento sessuale non è che uno degli aspetti che fa riferimento al nostro essere nella società. Nessuno ha il diritto di sindacare le scelte altrui in questo e in tutti gli altri campi del vivere quotidiano purché, lo ripeto, si rispettino le leggi che regolano la nostra vita. La nostra società è già abbastanza avanti nella materia, ma non ancora a sufficienza, mentre altre realtà sono ancora lontane anni luce dal rispettare le persone. Anche in questo caso occorre l’impegno di tutti per garantire il rispetto delle scelte individuali e il blocco di atteggiamenti e comportamenti lesivi alle libertà personali che possono riguardare scelte politiche, affettive, sessuali, professionali… Questo è vivere “civilmente” la Società e rispettare l’altro come vorremmo a nostra volta essere rispettati: non è un obiettivo difficile da raggiungere, ma ce la possiamo e dobbiamo fare.
È tutto anche per questo quarantasettesimo appuntamento. Inviate le vostre osservazioni alla mail di radio blog redazione@zipnews.it A risentirci e buon ascolto.
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