
Ben ritrovati da Valter Gerbi. Nel nostro radio Blog di questa settimana parliamo di “chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”.
È successo di nuovo: gli Stati Uniti d’America sono sotto shock per la strage alla scuola elementare di un piccolo paese in Texas: diciannove bambini, alunni di 9 e 10 anni, e due adulti, di cui un insegnante, sono stati uccisi a sangue freddo in classe da un ragazzo di 18 anni, Salvador Ramos. Dall’inizio dell’anno, occorre ricordare, ci sono state più di 200 sparatorie di massa negli Stati Uniti. Il killer era un diciottenne senza precedenti penali, uno studente di un liceo dell’area, senza alcun problema mentale conosciuto. Prima ha sparato in faccia alla nonna, poi si è recato alla scuola elementare, dove è entrato dalla porta posteriore. Sul suo account Instagram il killer aveva postato un selfie e foto di armi, inclusa una con due fucili uno accanto all’altro, quelli che aveva acquistato per festeggiare il suo diciottesimo compleanno. Perché tutto ciò è stato possibile? Il possesso di armi da privati cittadini è consentito dal secondo emendamento della Costituzione che recita: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”. Si tratta di uno «scudo» legato al massimo grado della legge. La norma affonda le radici nella nascita dello Stato americano, nelle guerre combattute dagli indipendentisti contro britannici e spagnoli. Magistrati e politici hanno più volte obiettato che tale spirito è ormai tramontato ma senza risultato. Anzi. Una sentenza della Suprema Corte del 2008 ha ribadito la piena legittimità del secondo emendamento, dichiarando incostituzionale una legge del distretto di Columbia che limitava fortemente il possesso di armi. Contro questa sentenza e contro la già citata norma della Costituzione è andato a infrangersi ogni tentativo di riforma. E allora, mettiamoci il cuore in pace e prepariamoci alla prossima strage, al prossimo spargimento di sangue innocente e, naturalmente, alle inutili prese di posizione post omicidi che, tanto, non modificheranno il quadro legislativo. Peccato, davvero, per un paese all’avanguardia dei diritti e della libertà, ma forse ancora un po’ indietro rispetto al concetto della difesa propria e altrui, più incline al “fai da te” che all’intervento dello Stato per il quieto vivere.
È tutto anche per questo sessantatreesimo appuntamento. Inviate le vostre osservazioni alla mail di radio blog redazione@zipnews.it A risentirci e buon ascolto.
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