Tra pochi giorni avrà inizio il Salone dell’Auto di Torino 2024, un salone a cielo aperto nelle migliori vie della città. A questo proposito, vi proponiamo 5 modelli un po’ dimenticati e sottovalutati che avrebbero meritato maggiore fortuna.
Alfa Romeo Brera
Quando si pensa ad un Alfa Romeo, la Brera non rientra neanche tra le prima dieci vetture. Eppure, ha tutto per essere un’Alfa Romeo vincente. Venne presentata al Salone di Ginevra del 2002 con grande successo, soprattutto per il suo designer Giorgetto Giugiaro. Nasceva come una vettura che doveva sostituire la vecchia ormai GTV, ma rimase in produzione per soli 5 anni, dal 2005 al 2010. Era sicuramente una vettura sportiva, forse poco adattabile alla sola sfera cittadina. Infatti si passava da un 1.7 4 cilindri 200 Cv ad una versione ancora più spinta, 3.2 di cilindrata da 260 Cv. Nonostante tutto rimane la più bella Alfa Romeo realizzata nelle ultime due decadi.
Opel Astra Station Wagon (seconda versione)
Questa vettura per molti è la station wagon per eccellenza. Spaziosa ma non grande. Curata e performante. Familiare ed elegante. Insomma un modello fortunato. Probabilmente, insieme alla Zafira dello stesso periodo, la vettura più riuscita della storia Opel. Venne prodotta dal 1998 al 2006 e vendette molte unità in tutta Europa. Fu una delle prime vetture a montare di serie due airbag (che nelle versioni lusso diventavano quattro), l’ABS e il rivoluzionario PRS. Inoltre fu una delle poche vettura la cui versione station wagon, per molti, era esteticamente superiore alla versione berlina. Detto ciò, questa versione della Astra è una macchina spesso dimenticata, nonostante il suo successo e poco considerata tra le grandi station wagon, superata dalle più note Passat e Insignia.
Lancia Dedra
Quando si pensa a Lancia, ci viene in mente la Delta, la Thema o forse la Ypsilon più recente. Ma quasi mai la Dedra, vettura ormai dimenticata. Invece, questo modello è da considerare sicuramente tra le migliori auto prodotte da Lancia. E’ stata realizzata dal 1989 al 1999 sul pianale della sua gemella Fiat Tempra e andava a sostituire la Prisma. L’obiettivo era quello di creare una vettura simile alla Thema ma che avesse costi più accessibili, pur mantenendo un livello qualitativo alto. E questa missione fu sicuramente completata. La Dedra vendette quasi mezzo milione di unità nelle sue due versioni berlina e station wagon e ancora oggi si conferma una dei modelli che ha caratterizzato di più gli anni 90.
Fiat Bravo (seconda edizione)
Forse una delle più belle Fiat degli anni 2000, la seconda serie della Bravo ha incarnato perfettamente il concetto di utilitaria. Costruita sul pianale della Lancia Delta, la Bravo doveva sostituire la Stilo, che non aveva sempre convinto il pubblico europeo ed italiano. Sostanzialmente si trattava di una Punto leggermente più grande. Una vettura che potesse essere sia per i single che per le famiglie. Ma che fosse soprattutto una cittadina. Ebbe una discreto successo, ma non riuscì a superare le 400mila unità. Fu presentata in tre motorizzazioni differenti: diesel, gpl e benzina, tra le quali emergeva anche un 2.0 Multijet 16V da 165 Cv. Probabilmente un’occasione persa, visto che dopo della Bravo non ci fu un’altra vettura in grado di raccogliere la sua eredità. Ma d’altronde l’era delle cittadine era finita, si stava entrando nell’era Crossover.
Volvo 960
La bellezza non è il suo punto forte. Eppure quando si pensa ad una macchina familiare, non si può non pensare alla Volvo 960. Questa vettura nasceva dal successo della precedente 740/760 durante la precedente decade. Per questo, entrando negli anni 90, la casa di Goteborg decide di proseguire la strada già segnata dal modello precedente e decise di puntare sulle forme squadrate, sulla solidità e sulla sicurezza in una chiave più moderna, che si potesse adattare al nuovo decennio. Cosi nacque la Volvo 960. In una duplice versione: berlina e station wagon. Ma come per la precedente versione, la station wagon fu il modello più apprezzato e venduto. Modello che, in un’epoca di suv e crossover, è finito nel dimenticatoio, ma è l’esempio perfetto di quel decennio e degli spazi interni che si ricercavano in quegli anni.
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.