“Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai” sono le parole pronunciate da Giacomo Matteotti: il 10 giugno 1924, l’esponente socialista verrà assassinato per volere di Mussolini. Il senso di queste parole risuonerà molte volte nel corso dei cento anni che ci separano da quell’assassinio: nel sacrificio di Salvador Allende in Cile, in quello di Jan Masarik in Cecoslovacchia, di Biko in Sudafrica, fino ad arrivare, in anni più recenti, a Anna Politkovskaja e Aleksej Navalny in Russia, Mahsa Amini in Iran.
A loro e a altre figure che hanno pagato con la vita il dissenso nei confronti di un potere autoritario è dedicata la mostra: “Stati Omicidi. Da Matteotti a Navalny, Morire per un’idea” presso la biblioteca del Polo del ‘900 (via del Carmine 14).
La mostra “Stati Omicidi. Da Matteotti a Navalny, Morire per un’idea.” è in programma fino al 29 luglio.
Visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13 e dalle 14 alle 18:30, a ingresso libero.
È organizzata dalla Fondazione di studi storici Gaetano Salvemini e curata da Lorenzo Cabulliese e Roberto Guarino. In esposizione vi è un totale dieci ritratti, colti in tutta la loro intensità dalla mano dell’illustratore e fumettista Gino Vercelli.
Osserva uno dei curatori Roberto Guarino: «Quando ho saputo che la Fondazione Salvemini cercava un fumettista in grado di realizzare una mostra dedicata a Giacomo Matteotti e ad altri celebri personaggi vittime della violenza di Stato, ho subito pensato a Gino Vercelli». Continua Guarino: «Oltre a essere un disegnatore eclettico, capace di passare dalle ambientazioni di Martin Mystére a quelle horror di Dampyr, quelle western de L’uomo del West, Vercelli è anche unapprezzato pittore.»
Gino Vercelli spiega così la genesi dei dieci ritratti: «Le illustrazioni sono state tutte interessanti da realizzare, soprattutto perché bisognava sempre trovare la maniera di sintetizzare la figura del protagonista e creare una grafica che contestualizzasse anche l’ambiente e la storia. È stato molto bello studiare, indagare, proprio per poter creare un’immagine che avesse un senso, che rappresentasse davvero il personaggio.»
Nel presentare la mostra, Marco Brunazzi, presidente della Fondazione sottolinea: «La mostra di illustrazioni e ritratti di Gino Vercelli offre una drammatica sintesi di questo secolo in cui alcuni Stati si sono rivelati veri e propri assassini. A partire da Giacomo Matteotti, accoltellato a morte dai sicari fascisti, è una lunga, orrenda scia di delitti che ha colpito i nemici del sopruso e della violenza erette a sistema di governo.» Ancora Brunazzi: «Ma le vittime degli assassinii di Stato sono purtroppo ben più numerose, ovunque nel mondo, in una sequenza di cinismo e di ipocrisia che nega l’evidenza anche di fronte ai più efferati omicidi. Conclude Brunazzi «Questa vicenda dimostra che lo Stato può diventare omicida, se le circostanze glielo consentono, e che il patto di civile convivenza tra i cittadini e lo Stato stesso è affidato alla vigilanza dei suoi contraenti e cioè, innanzitutto, al popolo».
La mostra “Stati Omicidi. Da Matteotti a Navalny, Morire per un’idea.” è in programma fino al 29 luglio. Visitabile dal lunedì al venerdì dalle 09:30 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:30ingresso libero.
Elenco dei ritratti esposti:
Giacomo Matteotti
Lev Trockij
Dietrich Bonhoeffer
Ian Masaryk
Salvador Allende
Steve Biko
Anna Politkovskaja
Liu Xiaobo
Mahsa Amini
Alexei Navalny
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