Storie di Quartiere: Fondazione Faro, quando la “cura” è una missione


Oggi a Storie di Quartiere parliamo di Fondazione Faro, un’associazione che si occupa di cure palliative e di assistenza ai più fragili. Una fondazione che mette al centro il prendersi cura delle persone e dei loro cari.

Fondazione Faro, da 40 anni al servizio degli altri

Qualche mese fa avevamo raccontato Casa Faro, una dimora per chi deve affrontare un lutto. Una casa per coloro che cercano di superare una perdita, sempre con l’affiancamento di professionisti e psicologi. Ora, invece, racconteremo l’associazione che sta dietro quella iniziativa: la Fondazione Faro.

Partiamo dalle basi, Faro è un acronimo e sta per Fondazione Assistenza e Ricerca Oncologica. Nasce nel 1983 grazie all’iniziativa del Professore Alessandro Calciati e del Dottore Oscar Bertetto. Entrambi avevano pensato ad una associazione che potesse essere d’aiuto e sostegno ai malati, non tanto nella cure ospedialiere, quanto nelle cure palliative. Inoltre, il sostegno non si doveva fermare al malato, ma coinvolgere anche i familiari nei momenti più complessi del percorso terminale della malattia.

Non a caso, la Fondazione si prende carico dei pazienti oncologici, di persone affette da malattie neurologico-degenerative e patologie epatiche e polmonari. Dunque pazienti terminali. Il lavoro della fondazione è, appunto, quello di rendere confortabile gli ultimi mesi di vita della persona, cercando di sostenerlo e di farlo vivere nel migliore ambiente possibile. Un lavoro pioneristico, se consideriamo che l’attività dell’associazione nasce oltre quarant’anni fa.

La Fondazione presenta un organigramma con molti professionisti. Si parte dai medici che lavorano sia in hospice che in domicilio. E si prosegue con gli infermieri, gli operatori socio-sanitari, psicologi e assistenti sociali. Il tutto impreziosito dai volontari che cercano di aiutare e supportare l’equipe oltre ad offrire compagnia ai malati.

Faro Dopo, l’importanza del sostegno ai familiari

Come abbiamo raccontato, il sostegno ai malati di questa associazione è totale. Ovvero cercano di sostenere il malato nel suo ultimo percorso della malattia, ma provano anche ad aiutare i familiari nella preparazione al lutto. Proprio per questo, sono nate attività collaterali come Faro Dopo. Questa riguarda esclusivamente i familiari che hanno subito una perdita. E lo fa attaverso attività di sostegno psicologico individuale e di gruppo.

Infatti, la fondazione realizza percorsi, attraverso i propri specialisti, sulla base della gravità del disagio psico-fisico dovuto alla perdita. Questi non hanno una durata precisa, ma possono protrarsi anche per mesi. In questo periodo, fondamentali sono anche gli incontri con persone nella stessa condizione e con gli psicologi, attraverso appuntamenti individuali.

In chiusura, a tal proposito, non possiamo non citare Casa Faro. Un’abitazione nata nel centro di Torino con l’obbietivo di ospitare ed accogliere proprio le persone che stanno affrontando un percorso di un lutto. Una casa che testimonia che la “cura” di Fondazione Faro è fatta di atti concreti e di professionisti qualificati.

Leave a Reply