“Tecnologia e fede”


Benchè tu sia un prete non abbiamo mai parlato del rapporto tra tecnologia e fede. Vuoi dirci qualche cosa?

Per dirla con una battuta potremmo dire che dal punto di vista della fede la tecnologia è una manifestazione della vocazione umana a co-creare insieme a Dio. Già negli anni ’50 del secolo scorso, dinnanzi alle prima grandi scoperte scientifiche che diventavano tecnologia Papa Pio XII diceva che il progresso tecnico viene da Dio e può portare a Dio.

Tutto buono e tutto santo allora?

Ovviamente no, l’essere umano non è in grado di creare dal nulla, quella è una prerogativa che in una ottica credente è solo di Dio, ma può trasformare ciò che esiste e metterlo insieme come mai prima. Questo è bene. Come farlo e quali sono i risultati, questa è la questione, ovviamente. La tecnologia è un dono che il credente rimette nelle mani di Dio, come il pane ed il vino che nella Messa diventano la presenza di Dio. Sono la natura mista al lavoro dell’uomo. In fondo questo dovrebbe essere l’atteggiamento credente nei confronti della tecnologia: un atteggiamento sacerdotale. La tecnologia non è Dio, ma trattata con rispetto e con cura può diventare un luogo della sua manifestazione ed essere mezzo attraverso cui l’essere umano umanizza il mondo assecondando così l’opera di Dio che, come scrive S. Paolo nella lettera ai Colossesi, aspetta anch’essa, la creazione, la salvezza. Un’opera divina a cui può partecipare anche chi non crede in Dio ma magari crede e con forza nell’umano. In alto il cuore ed alla prossima puntata.

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