
In libreria la 34^ edizione di Osterie d’Italia, storica guida al mangiarbere di Slow Food. Tra novità e conferme qui il racconto dei locali visitati da Zipnews e da non perdere assolutamente.
Piemontesi e torinesi in particolare le chiamavano semplicemente piole. Posti conviviali dove mangiare in modo genuino e senza sorprese sui prezzi.
Dagli anni ’90 Slow Food le cerca, le seleziona e le recensisce in un volume cult per gli appassionati del buon cibo. Questo è Osterie d’Italia, giunto alla 34^ edizione con una raccolta di 1752 indirizzi sparsi su tutta la penisola.

Curato da Francesca Mastrovito ed Eugenio Signoroni, il volume si avvale del lavoro di oltre 240 collaboratori.
La guida presenta uno spaccato preciso per ogni regione, attraverso il racconto di osterie, agriturismi, ristoranti o enoteche con cucina sul territorio.
Sono 311 i posti contrassegnati dalla Chiocciola, il simbolo che raffigura una stretta vicinanza alla filosofia Slow Food.
Altri 151 locali ottengono il simbolo del Bere Bene, assegnato per la ricchezza della selezione di bevande offerte.
La Bottiglia indica il premio per la carta dei vini e tocca ben 488 osterie.
Il Piemonte vanta 147 segnalazioni e 26 chiocciole. Rispetto alla passata edizione figurano 18 novità, sulle 163 dell’intero panorama nazionale.

«Cinquanta dei cuochi segnalati sulla prima edizione di Osterie d’Italia sono ancora nelle pagine di questa guida». Così Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, durante la presentazione del libro.
«Altri hanno fatto scelte e imboccato strade diverse – aggiunge Petrini – ma gli osti e le cuoche qui presenti rappresentano il presidio dell’alimentazione del nostro Paese, quelli ai quali l’Italia deve riconoscere di aver conservato il suo patrimonio gastronomico».
UNDICI OSTERIE D’ITALIA DOVE ANCHE SOLO UN PIATTO MERITA IL VIAGGIO

Lo scorso anno di questi tempi ho scritto di Osterie d’Italia su queste pagine (QUI), indicando i miei locali preferiti.
Mi ripeto adesso, proponendo altre undici suggestioni ugualmente meritevoli.
Sono in rigoroso ordine alfabetico, con cinque proposte dal Piemonte e sei dal resto d’Italia.
Non una classifica, piuttosto una squadra di calcio dove ognuno fa la sua parte. E la fa bene.
CAP’ALICE – Napoli

Quando capita di andare a Napoli senza aver voglia di pizza questo locale è il posto giusto. Alle spalle della Riviera di Chiaia, in uno dei punti più ricchi di fascino della città, l’osteria si trova all’interno di un vicolo stretto.
C’è un piccolo dehors verandato e riscaldato, nel quale mi sono riparato da una grandinata di gennaio.
Semplice, informale, ma con tutto quello che serve, compresa un’accoglienza calda e gentile.

Il mio consiglio è di partire con una insalata che coniughi mare e orto: a scelta, insieme alle verdure, ci saranno seppie e polipo, oppure baccalà.
Poi le alici, che non possono proprio mancare.

Buone le linguine con i gamberetti e i fiori di zucca, che ho abbinato ad un Fiano di Fonzone.

Non si paga il coperto e mi hanno offerto il caffè. Ottimo il rapporto qualità/prezzo.

Info: 08119168992
CASA COLET – Monastero di Vasco (Cn)

Entrata in guida lo scorso anno, subito con il Premio Speciale Novità, Casa Colet ha modificato la sua proposta gastronomica con l’inizio dell’estate 2023. Ne ho scritto qui.
Valentina in cucina e Alessandro in sala portano avanti la scelta coraggiosa di dare prevalenza alla produzione del proprio orto, con alimenti a Km 0.

Menu degustazione a 28 €, sette portate che cambiano con il variare delle stagioni ma sempre con il vegetale al centro.

In questa casa di campagna in frazione Marenchi c’è tanto spazio, anche esterno e grande attenzione ai commensali più piccoli.

Tra i piatti che mi hanno emozionato ci sono soprattutto cose semplici: quiche di orle, zucchine in agrodolce, arancini e fiori ripieni. Senza dimenticare i panificati casalinghi.

Carta dei vini non banale, con etichette poco conosciute che merita di assaggiare.

Info: 3409515302.
DA GIUSEPPE – Montemarzino (Al)

È il 1963 quando Giuseppe e Camilla rilevano la locanda Genova per dare vita ad un bar ristorante che segna la storia della ristorazione delle valli Curone e Grue.

Questa è terra di Salame Nobile del Giarolo e qui lo si trova nelle giuste stagionature, abbinato al peperone ripieno: una portata semplice ma piena di gusto, che da sola varrebbe il viaggio.
Il manzo cotto tonnato è ricco e abbondante.

In stagione non si possono perdere funghi, tartufi e cacciagione.
Tanti dessert a base di pesche, dall’aspic al tortino, ma anche un ottimo semifreddo.

Accanto alla ristorazione viaggia parallela la cantina, con i vini dell’azienda Pomodolce. Tra i miei preferiti il Timorasso Grue, opulento e carico e la Barbera Marsen (ne ho scritto qui).

Conto senza sorprese.

Info: 0131 878135
DEL BELBO DA BARDON – San Marzano Oliveto (At)

Ci sono stato qualche giorno fa, di ritorno da Il Nizza è, la bella rassegna sul Nizza Docg indetta dall’Associazione Produttori. Era un lunedì ed il locale era pieno zeppo. Turisti, produttori, ma anche tanta gente che abita il territorio.
Gino e Andrea Bardone confermano la chiocciola anche in questa edizione della guida. Il locale è caldo con il suo susseguirsi di ambienti, le volte e il soffitto con i mattoni, il tovagliato candido.

Qui si va di tradizione, quindi niente di meglio che gli agnolotti quadrati a certificare una storia gastronomica.

Prima di scegliere il secondo è bene attendere l’arrivo dei carrelli con le carni: bolliti, brasati, pollame sono fumanti ed invitanti. Il galletto alla cacciatora ha carne soda e consistente, con un ricordo del pomodoro e delle verdure con le quali è stato cucinato. Un piatto ben fatto.

Come dessert la torta di nocciole oppure, in sua assenza, la torta Alessandra (al cioccolato) con il gelato.

Carta dei vini sontuosa.
Per il conto parla la Guida Michelin, che lo ha appena inserito tra i Bib Gourmand per il rapporto qualità/prezzo.

Info: 041831340
LA REALIDAD – Finale Ligure (Sv)

È uno dei rifugi dalla calura estiva alle spalle di Finale. Inerpicandosi per la stretta strada che porta alle Manie si arriva in questo agriturismo con qualche appartamento e cucina serale dal giovedì alla domenica.

L’antipasto misto è pantagruelico, ne basta uno per due persone. Ci sono le specialità da forno (farinata, pizze, focacce), le verdure ripiene e la frittata, le olive e il condigiun, i salumi e i formaggi con la composta, la panissa e i fiori fritti.
Le portate principali parlano il linguaggio dell’entroterra: trofie, pansotti, coniglio e tomaxelle. Non manca mai un piatto di pesce acquistato dai pescatori, anche solo le acciughe marinate calde. L’olio EVO viene da ulivi di proprietà ed è molito nel frantoio di Bardino.

Il conto fa sorridere.
Info: 019600455
LA GIOIOSA – Finale Ligure (Sv)

Non sono riuscito a decidermi tra le due proposte affacciate al mare della provincia di Savona. Allora, mettiamola così: dal lunedì al mercoledì, quando La Realidad è chiusa, ci si può fermare pochi metri prima a LA GIOIOSA, con la vista spettacolare sul mare di Varigotti che si gode dalla topia in terrazza.
Qui non si sbaglia a partire con l’antipasto della casa. Poi spaghetti alle acciughe e chiusura con totani e patate.

Carta dei vini interessante e conto come ci si aspetta.
Info: 019601306
LOCANDA FONTANAZZA – La Morra (Cn)

Ambiente, cucina e accoglienza in sintonia con Slow Food sono certificati dalla chiocciola. La gentilezza di Valentina si sposa alla praticità di Mattia.
Il menu cambia spesso, a seconda della reperibilità delle materie prime.

Il carpione è impeccabile, i tajarin al ragù sono carichi e ben presentati.

Buona la rolata di coniglio, valgono il viaggio le animelle fritte.

Nella mia ultima visita ho chiuso con la crostatina di crema pasticcera e frutti di bosco.

Mattia sa consigliare la bottiglia giusta tra i bei nomi di Langa e qualche piacevole sorpresa.
Si mangia in una bella sala divisa in due ambienti sbalzati, oppure nella meravigliosa terrazza con vista fino all’Alta Langa.

Ci sono quattro camere affacciate sulle vigne, sulle stelle e sul silenzio per chi non vuole tornare a casa la sera tardi. La colazione del mattino è superba, il conto giusto.

Info: 017350718
PANE E VINO – Cherasco (Cn)

Questo è un posto dove torno sempre con grande desiderio. Si sta bene per mille motivi, che ho già descritto QUI.
Flavio incarna l’oste che ci si aspetterebbe sempre e che non si trova quasi più: simpatico, scanzonato con la battuta pronta, ma anche attento e competente.

Emiliana cura una cucina che ha i suoi cavalli di battaglia che non tradiscono mai.

Io ci vado per il carpione fatto con la ricetta della nonna, per il vitello tonnato servito in porzione pantagruelica e, in genere, per gli antipasti di carne.

I tajarin ai 30 rossi sono elastici e consistenti.

Come piatto principale non ci si può esimere dalla madama piemonteisa.

Al dessert il semifreddo al torrone e moscato è uno dei migliori mai assaggiati.

Ci sono due sale ben arredate ed un meraviglioso giardino interno nella bella stagione.

Si bevono le bottiglie giuste, ma questo è il terreno di Flavio.

Si sta sereni anche al momento del conto.
Info: 0172489108
S’ANNINNIA – Gonnesa (Su)

Nel cuore sardo del Sulcis c’è una perla dove il pesce è di casa.
Una grande sala rustica e verace, un piccolo e delizioso dehors sulla strada che nelle sere estive viene chiusa al traffico.
Il grande antipasto di pesce è molto ricco e servito abbondantemente in 6-7 portate. Rappresenta la vera anima del posto.

Poi le linguine alla carbonara di mare o gli spaghetti vongole, salicornia e bottarga. Ben fatte le seppie alla griglia, curiosa l’insalata di granchio. Chiusura con il tiramisu fatto in casa.
Una cena da abbinare ad uno dei grandi Vermentini di Gallura di Saraja, scegliendo tra la sapidità del Kintari o la rotondità del Kramori.

La locanda prevede l’accoglienza in sei camere con prima colazione. Del resto, il nome del locale significa ninna nanna.
Anche il conto fa venire voglia di tornare.

Info: 078145132
U JATTU NIURU – Cefalù (Pa)

A me piace declinare il nome nel dialetto del posto, ma chi vuole darsi un tono può sempre chiamarlo Le chat noir, come compare sulle guide.
A un tiro di sasso dalla imponente cattedrale normanna di Cefalù, in pieno centro storico, ecco un locale che pur vivendo di turismo riesce a rispecchiare una cucina ancorata alle sue radici.
Ci ho cenato due volte e non ho trovato un solo piatto con difetti. Anzi, ne ho gustati alcuni superlativi.

La mia preferenza assoluta va agli involtini di pesce spada.

I sei assaggi di antipasto siciliano aiutano a comprendere la filosofia del locale, ma la caponata e il tonno in agrodolce meritano di essere presi anche singolarmente.

Come primo pasta con le sarde, oppure busiate mandorle, gamberi e crema di pistacchi.

Anche i rigatoni a bucchirisi e le sarde a beccafico meritano l’assaggio.

Il conto è onesto.
Info: 0921420697
ZENOBI – Colonnella (Te)

È l’unico posto dove devo ancora andare e spero di riuscire a farlo presto. Ho conosciuto Patrizia Corradetti a Bra, durante l’ultima edizione di Cheese.
Mi sono innamorato delle sue pallotte cacio e ova. Un piatto semplice e allo stesso tempo ricercato. La morbidezza della carne, la sapidità del Pecorino di montagna, il perfetto amalgama con le uova, la freschezza della salsa di pomodoro. È davvero qualcosa per cui vale la pena mettersi in viaggio.

L’osteria si fregia della chiocciola di Slow Food da una vita, segno di rispetto delle tradizioni e di un territorio che troppo poco si conosce.
So già che non mi farò mancare i maccheroncini alla chitarra e neppure quella antica ricetta della Val Vibrata che risponde al nome di capra alla Neretese.
Info: 086170581
Fabrizio Bellone
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.