Il presidente dell’Unione Industriali di Torino, Giorgio Marsiaj, ha voluto un format innovativo per l’assemblea generale annuale, che si è tenuta oggi, lunedì 6 novembre, al Tetro Regio.
“Spazio al futuro” il tema che dava il titolo all’incontro, inteso come innovazione su settori come l’aerospazio e l’intelligenza artificiale, che vedono la nostra città ai primi posti in Italia e in Europa; ma anche come giovani, che rappresentano la società di domani, con numerosi studenti delle scuole superiori seduti in sala tra il pubblico.
Nomi celebri tra i relatori, a partire dall’editorialista del Corriere della Sera, Paolo Mieli, chiamato a fare il moderatore: “Questa è una festa, più che una classica assemblea”, ha esordito il giornalista, volto noto della tv.
Il format televisivo è quello che ha fatto da linea guida dei diversi interventi, tra i quali quello dell’analista geopolitico, Dario Fabbri, che ha spiegato le ragioni dei conflitti che interessano il mondo in questo periodo e occupano l’attenzione – e spesso lo sdegno per le tragedie che portano – dell’opinione pubblica italiana e mondiale, dall’Ucraina al Medio Oriente.
Perché un’analisi geopolitica globale interessa una riunione di industriali? Perché le sorti dell’economia sono in mano alle grandi potenze, Usa e Cina in primis, che attraverso queste tensioni mondiali cambiano alleanze e cercano supremazia. Le conclusioni di Fabbri: aspettiamoci – forse – un’avvicinamento degli Stati Uniti alla Russia, per contrastare la Cina, unica nazione al mondo che sta puntando a ribaltare gli Usa dal podio di prima potenza globale.
Anche la nota virologa e divulgatrice scientifica Ilaria Capua sul palco dei Regio, non a parlare di coronavirus ma di “Salute circolare”: un nuovo approccio alla salute, che deve includere tutte le discipline scientifiche, per contrastare l’inquinamento, la crisi climatica, l’innalzamento delle temperature, humus fertile del propagarsi di infezioni e di virus, come è stato proprio con il Covid-19.
Ottimismo è stato portato dal responsabile BlackRock per il Sud Europa, Giovanni Sandri, che, parlando dal punto di vista dell’alta finanza, ha detto che i grandi capitali guardano con un atteggiamento migliore all’Italia per via della sua maggiore stabilità politica, che porta alla fine del quinquennio elettorale la forza politica che ha vinto le elezioni e permette ai programmi di essere sviluppati.
Parere condiviso anche dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che ha chiuso i lavori insieme al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Per entrambi fondamentale la capacità di Torino di trasformarsi in seguito ai cambiamenti e di trovare sempre la via migliore per rigenerarsi e per crescere.
“Nei prossimi sette anni l’Italia avrà a disposizione 500 miliardi di euro di risorse dai vari fondi e piani per lo sviluppo – ha concluso Bonomi – non ci sono più scuse per non cambiare e fare riforme adeguate“.
L’assemblea ha avuto il saluto del sindaco di Torino Lo Russo e del presidente della Regione Piemonte Cirio.
Marsiaj si è rivolto ai giovani in sala spronandoli a studiare negli atenei d’eccellenza della città – tra i relatori c’era anche Barbara Caputo, direttore del Centro di eccellenza per l’intelligenza artificiale del Politecnico – ma di fare poi un’esperienza all’estero, con l’obiettivo di tornare a Torino e in Italia e contribuire allo sviluppo del Paese, forti di quanto hanno appreso fuori.
II presidente degli industriali torinesi ha definito questa assemblea – l’ultima del suo mandato quadriennale, che scadrà a metà 2024 – come “inclusiva”, proprio per l’apertura a temi e generazioni future.
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