Liste d’attesa, economia e ricordi personali: intervista ad Alberto Cirio, Presidente di Regione Piemonte

Alberto Cirio

Il presidente della regione Alberto Cirio si è raccontato ai nostri microfoni. Ci ha spiegato il suo punto di vista sull’anno che si sta chiudendo, i propositi sul futuro, la condizione economica della regione e poi un ricordo personale su Silvio Berlusconi.

Presidente Alberto Cirio, ci troviamo alla fine di questo 2024, che anno è stato?

E’ stato sicuramente un anno ricco, come sempre. Perchè occuparti della tua terra, della terra che ami è sempre un grande privilegio. Ma è anche un grande sforzo, visto che è il lavoro più importante della mia vita, nonostante ho avuto incarichi a livello europeo e comunale. Dunque è stato un anno faticoso come sempre.

Un anno che ha visto anche la sua rielezione.

Questa è stata una enorme soddisfazione. Essere riconformato alla guida di questa regione non avveniva da vent’anni, ovvero i miei predecessori non hanno mai vinto per il secondo mandato. Oltre alla soddisfazione, c’è anche la responsabilità, vista anche la percentuale di piemontesi che mi hanno scelto di nuovo. Una percentuale molto alta, pari a quella che il centrosinistra ha preso in Emilia Romagna, da sempre roccaforte rossa.

Passando all’attualità, uno dei temi di questi giorni è l’economia. Alcune aziende stanno chiudendo come la Barry Callebaut o la Diageo. Come si affronta una crisi del genere?

Innanzitutto bisogna dire che abbiamo terre e aree del Piemonte dove la parola “crisi” non c’è mai stata. Pensiamo alle aree del novarese, biellese, albese ecc…E ovvio che se pensiamo all’industria dell’auto tutto cambia, visto anche il fatto che questa regione ha sempre investito tanto in quel settore. Dunque una volta che è rallentata l’auto, è rallentata di conseguenza tutta la regione.

Una situazione che però può cambiare.

Sicuramente, anche perchè l’auto è molto meno impattante sull’economia rispetto al passato, visto che molta parte di quel comparto manifatturiero si è spostato sull’aerospazio. E anche perchè si è sviluppato tutto il settore del food e il settore del lusso sta tenendo come il cashmire del biellese e l’oro di Valenza.

Cosa è necessario fare?

E’ necessario diversificare l’azione di governo. Noi dobbiamo essere di supporto a chi sta investendo ma non dobbiamo lasciare solo chi è in difficoltà. Nel caso della Diageo stiamo parlando di un’azienda nel settore dell’alcol che recentemente ha subito una leggera flessione ma che non è assolutamente in crisi. Noi infatti abbiamo preso una posizione molto netta su questo caso, perchè sono liberale e a favore del profitto, ma il profitto deve essere giusto e non mortificare le persone.

Lei prima ha citato Stellantis, che è in grande crisi. Secondo lei questa storie è ai titoli di coda o c’è ancora un futuro?

Noi continuiamo ad essere protagonisti. Insieme al comune e a Stellantis abbiamo lavorato per un accordo che porterà un secondo modello a Mirafiori. Questo secondo modello, insieme alla ripartenza dell’elettrico, anche grazie ai fondi statali, dovrebbe permette di realizzare 150/200mila vetture l’anno, che è l’obbiettivo prefissato. Il Piemonte quindi continuerà ad essere la casa dell’auto, infatti non dimentichiamoci che il manifatturiero paga un terzo degli stipendi della nostra regione.

Un’altra questione spinosa sono le liste d’attesa. A che punto siamo?

Innanzitutto non bisogna dimenticarsi che il sistema regionale cura tutti i giorni migliaia di persone. Poi, questa è la più importante preoccupazione come presidente di Regione. Stiamo parlando di un problema che ha tutta Europa e tutta Italia, perchè in Italia mancano i medici e non si è investito su di loro finchè la Bernini non ha modificato la norma sul numero chiuso.

E anche i posti letto sono diminuiti.

Certo e diminuendo i posti letto e i medici di medicina generale, la gente andava maggiormente al pronto soccorso, anche se qualcuna definiva “impropri” questi accessi. Questi accessi non erano “impropri” perchè se io ho mio figlio o mia madre che sta male, e non sono un medico, lo porto al pronto soccorso e cosi bisogna continuare a fare. L’errore è nostro perchè bisogna creare un filtro tra la casa e l’ospedale.

Concretamente cosa si sta facendo?

Stiamo ridefinendo il sistema delle liste di attesa: toglieremo tutti i cronici dalle liste. Ovvero che se una persona è già conosciuta dal sistema sanitario regionale, sarà il sistema stesso a prenotarti la visita, in questo modo abbatteremo di un terzo le liste di attesa.

E c’è anche il problema del Cup.

Il Cup è quel terribile meccanismo del numero unico regionale, che io ho ereditato perchè la gara è avvenuta nel 2018, io mi sono insediato nel 2019 ed è scaduta ad ottobre scorso. Quindi ci troviamo in una situazione nuova: abbiamo potenziato il numero di persone che rispondono al telefono, abbiamo obbligato a inserire le agende (pubblici e convenzionati) nella piattaforma. Ovviamente non è un percorso facile e ci vorrà del tempo.

Passando all’ambito nazionale. Forza Italia è diventata seconda forza nel centro-destra quando molti dopo la morte di Berlusconi, la davano per spacciata. Ve lo aspettavate?

Ce l’aspettavamo quando abbiamo visto che la grandezza di Silvio Berlusconi era tale anche da morto. Talmente forte l’uomo e i suoi insegnamenti liberali che quando è mancato abbiamo sentito una specie di terremoto emozionale che ci ha spinto a fare di più, anche prima faceva tutto lui.

Una figura fondamentale per il partito e in particolar modo per lei.

Pensi che facendo il presidente di regione, tante volte quest’anno ho pensato di chiamarlo, perchè in passato su certi problemi e situazioni lo chiamavo. Mi ricordo che l’ultima volta che lo vidi, il mercoledi prima che morisse, andando via da Arcore mi fece sedere su un divanetto e mi disse “sai Alberto sono dispiaciuto che quando ti ho conosciuto io ero già vecchio”. Questa cosa mi ha colpito perchè io avevo un rapporto con lui di affetto, visto che era per me una specie di papà politico.

Alla guida ora c’è Tajani.

Una persona straordinaria a cui io sono molto legato, con cui ho fatto anche i miei anni a Bruxelles. Da lui ho imparato l’equilibrio, che è il segreto per fare le cose bene nella vita. Per questo è il leader perfetto di questa nuova Forza Italia. Forza Italia che cresce sempre nel rispetto degli alleati, anche perchè io sono sempre stato contento quando gli alleati crescevano, nel senso che se Lega e FdI crescevano, crescevo anche io. Noi poi abbiamo un rapporto di coalizione vera, non ci dividiamo sulle cose che contano.

In chiusura, quali sono le aspettative di Alberto Cirio per il 2025?

Mi auspicio per il 2025 è di chiudere l’anno meglio del 2024, soprattutto sulle liste d’attesa. Io trovo inaccettabile che qualcuno pensa di essere curato solo se hai soldi per essere curato: le persone lavorano una vita, pagano un sacco di tasse e hanno il diritto di avere scuole sicure per i propri figli e ospedali pronti a curarli per le proprie necessità.

di Riccardo Minniti