
Nel listino prezzi c’erano massaggi di tutti i tipi, anche nella vasca idromassaggio. Il costo per una prestazione variava da 50 a 150 euro per un’ora, durante la quale i clienti potevano ottenere facilmente degli extra a luci rosse. Questa mattina la Guardia di Finanza di Torino ha eseguito un’ordinanza di sequestro preventivo, nonché perquisizioni nei confronti di due centri benessere gestiti da altrettante persone di nazionalità cinese, indagate per i reati di esercizio di casa d’appuntamenti, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Grazie ad una serie di appostamenti, indagini sul campo e la testimonianza diretta di più di una decina di avventori, i Finanzieri hanno scoperto che i due locali offrivano ai numerosi habitué anche prestazioni sessuali a pagamento da parte di ragazze cinesi, romene, italiane, tutte giovanissime.
Sebbene le attività commerciali fossero “ufficialmente” destinate alla massoterapia, in realtà, erano state trasformate in veri e propri ambienti a luci rosse. Le indagini hanno consentito di raccogliere prove sufficienti ad incriminare i due proprietari e a sequestrare il Centro Pei Lei di Torino, con sede in via Guido Reni, e il Centro La Rosa, situato sempre a Torino, in corso Sommeiller.
Salgono, quindi, a quattro le strutture chiuse in poche settimane dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Torino. Un filone d’inchiesta nato alla fine del 2012, che, a settembre di quest’anno, ha portato al sequestro preventivo di altri due locali, e all’arresto di due sorelle cinesi, coinvolte unitamente ad una terza sorella e ad un professore universitario nello sfruttamento delle prostituzione.
A seguito dell’approfondimento dei flussi finanziari, con riferimento ai primi due centri, le Fiamme Gialle hanno sinora denunciato 13 soggetti coinvolti nell’attività di riciclaggio dei proventi frutto del giro hard, che è stato stimato in circa 500.000 euro l’anno per singola attività.
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