
Se ne parla da 20 anni ma non se ne è fatto nulla. Stiamo parlando del Parco della Salute di Torino, che dovrebbe ospitare il presidio ospedaliero delle Molinette, fra i più grandi centri ospedalieri italiani, che vanta in positivo numerosi primati, tra i quali il maggior numero di trapianti in Italia, ma anche negativi, essendo una struttura di quasi cent’anni, realizzata negli anni Trenta del Novecento e non più adatta agli standard sanitari attuali.
L’Unione Industriali di Torino ha raccolto un gruppo di esperti di Università (Medicina e Giurisprudenza), Politecnico e Polo del ‘900 per analizzare i motivi del perché non si sia ancora realizzato e per portare avanti, fra l’opinione pubblica e la politica, la necessità di quest’opera, a favore dei cittadini di Torino, del Piemonte e del resto d’Italia, in particolare del Nord Ovest.
Martedì 14 novembre, un primo incontro pubblico al Castello del Valentino (dalle 15 alle 18, in viale Mattioli 39) cercherà di dare risposte al “Perché non possiamo fare a meno del Parco della Salute, Ricerca e Innovazione”, con il primo di quattro appuntamenti, dal titolo “Cos’è il Parco? Modelli, funzionamento, procedure e tempi”.
I successivi, tra febbraio e aprile 2024, risponderanno al “Diritto alla salute”, alla “Salute, Parco e sviluppo” e “Il Parco: ricerca, assistenza e didattica”.
Gli incontri sono aperti alla cittadinanza e a ingresso libero, perché, come è stato detto oggi in conferenza stampa all’Unione Industriali, stakeholder di questa grande opera sono la comunità e la collettività.
Come già in epoca Covid, l’Unione Industriali di Torino aveva messo a disposizione il proprio centro congressi per trasformarlo in hub vaccinale – con 45mila persone vaccinate – oggi la stessa Unione Industriali, come ha sottolineato il presidente Giorgio Marsiaj, vuole farsi promotore di questo progetto, che, nel decalogo redatto per ricordarne l’importanza, è: 1) al servizio di tutti; 2) offre nuovi spazi e opportunità di cura; 3) fa bene a tutta la sanità piemontese; 4) è di riferimento per molte malattie; 5) favorisce il progresso della medicina; 6) migliora la formazione delle prossime generazioni di personale sanitario; 7) è un volano per il progresso di città e regione; 8) fa bene alla salute di tutti; 9) è un progetto maturo; 10) lo realizziamo se tutti vogliamo.
Intervengono:
Guido Saracco
Rettore Politecnico di Torino
Saluti e moderazione interventi
Antonio Scarmozzino
Direttore sanitario Molinette
Perché alla sanità regionale
serve il Parco e non un ospedale
Giovanni Durbiano
Architetto, Politecnico di Torino
Progettare il Parco
Giuseppe Russo
Direttore Centro Einaudi
Il Parco e la programmazione
Alessandro Frigeni
Direttore Ufficio tecnico
dell’ospedale di Bergamo
Il Parco si può fare: l’esempio
dell’ospedale di Bergamo
Stefania Ravazzi
Università degli studi di Torino e
Istituto Gramsci Piemontese
2003-2023: lo sguardo dei
presidenti di Regione
Marco Corsini
Commissario straordinario PSRI
A che punto siamo con il Parco
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